di Beppe Grillo – Le disuguaglianze rappresentano il vero problema della nostra salute. Ridurre la povertà vuol dire inevitabilmente migliorare la società.
L’ecolalia è un sintomo psichiatrico che consiste nella ripetizione meccanica e stereotipata di parole o frasi. Se ripenso che da oltre 20 anni ripeto sempre le stesse cose allora potrebbero diagnosticarmela.
Per Moretti, professore italiano di Berkeley, l’istruzione superiore rappresenta un pilastro fondamentale per una serie di benefici sociali ed economici: dove c’è un livello elevato di istruzione, si riscontrano minori tassi di criminalità, una stabilità coniugale più solida, salari più alti, una vitalità culturale più ricca e una migliore qualità della vita complessiva.
Si è visto che se gli ultra 30 enni avessero lo stesso tasso livello di mortalità delle persone con istruzione universitaria ci sarebbero 202 mila decessi in meno prima dei 75 anni di età, quasi la metà del totale, l’ equivalente di 2,6 milioni di anni di vita salvati ogni anno. Le disuguaglianze di salute non sono dunque un aspetto marginale del problema, ma sono il principale problema della salute. La salute è la politica vera, non la si può lasciare in mano solo ai medici. Concentrarsi sul problema del gradiente di salute comporta migliorare la società. E farlo per tutti, dai più poveri ai più ricchi. Non distinguendo tra “loro” e “noi”, ma investendo ulteriori sforzi dove è richiesto: migliorare la società con un impegno proporzionale al bisogno.
Secondo i dati, nel 2025, la popolazione sarà un miliardo in più, vivremo 750.000 ore rispetto alle 700.000 attuali. Gli anziani di più di 65 anni saranno il doppio, circa 900 milioni rispetto ai 420 milioni che ci sono adesso. Avremo 50 milioni di malati di Alzheimer e un miliardo di obesi.
L’evoluzione demografica prevede anche un cambiamento nei modelli di lavoro e di tempo libero: se oggi si lavorano in media 60.000 ore, nel 2025 ci si aspetta di dedicare al lavoro solo una frazione di questo tempo, con ben 240.000 ore a disposizione per il tempo libero. Il passaggio verso un tempo libero maggiorato comporterà sfide sociali significative, come la depressione, la disoccupazione, l’alcolismo e altre forme di disagio sociale. Questi problemi possono essere affrontati solo attraverso politiche che promuovono l’istruzione e un reddito adeguato.
Guardate questi dati: in Corea i laureati sono il 98%, in Usa il 94%, in Spagna l’85%, da noi l’11,6%.
Di seguito i dati in Europa, siamo gli ultimi!
Per il nostro paese sono dati drammatici, importanti, che certamente ricadono su altre questioni sociali, e a cascata pesano sul nostro sistema nazionale sanitario.
Istruzione, reddito e salute. E’ dunque in questi 3 fattori la chiave di volta del cambiamento.
Se non cambiamo rotta al più presto finiremo per andare là dove stiamo andando!