La scelta di bottiglie di vino nei supermercati è ardua. Chi non si intende molto di vino sarà più sensibile alla presenza di stemmi si premi sulle bottiglie. Per i viticoltori, l’etichetta è una risorsa strategica. Può aumentare le vendite fino al 15%.
Esistono decine di concorsi in tutto il mondo. Possiamo quindi fidarci ciecamente di questo tipo di distinzione? Alcuni concorsi assegnano molte medaglie, indipendentemente dalla qualità del vino. Secondo Eric Boschman, sommelier ed esperto di vini in Belgio, “ci sono alcuni concorsi anglosassoni che sono progettati solo per fare soldi… È molto costoso partecipare, è molto costoso viaggiare, servono solo per ottenere medaglie di cioccolato…”
Così “On n’est pas des pigeons”, programma dell’emittente RTBF del Belgio ha organizzato uno scherzo con Eric Boschman. Hanno selezionato alcuni di vini che costano meno di tre euro, poi hanno selezionato il peggiore: “un vino a 2,50 euro” acquistato in un supermercato Delhaize. L’etichetta è stata sostituita con un’altra di colore simile a quello del programma. Sull’etichetta, il vino è stato ribattezzato Le Château Colombier con l’aggiunta di un bel piccione.
Hanno scelto poi il concorso internazionale Gilbert et Gaillard perché assegna medaglie ogni tre mesi. Partecipare al concorso è molto semplice, basta spedire il vino con un pacco espresso e pagare la quota di iscrizione di cinquanta euro. Prima c’è solo un controllo: bisogna far analizzare il vino in un laboratorio e fornire caratteristiche come il contenuto di alcol e di zucchero, per esempio. Il costo è di circa venti euro. Ma anche in questo caso ci sono modi per imbrogliare: si può inviare quello che si vuole!
Questa analisi è essenziale, poiché possono essere effettuati controlli a campione, soprattutto nei negozi. In questo modo è possibile stabilire che la bottiglia in questione è stata degustata durante il concorso. Tuttavia, questo è estremamente raro per la maggior parte dei concorsi.
Il concorso Gilbert et Gaillard ha quindi deciso: il vino tarocco è stato premiato con una medaglia d’oro. Ed ecco il commento della giuria: “Colore rosso granato brillante. Naso timido che combina frutta a nocciolo, ribes, rovere discreto. Palato soave, nervoso e ricco, con profumi giovani e puliti che promettono una bella complessità. Evoluzione su spezie fini e un tocco di fuliggine. Molto interessante“.
Naturalmente, ci sono concorsi che fanno bene il loro lavoro. Quando si parla di vino, il consiglio migliore è quello di fidarsi solo del proprio palato. Non tutte le medaglie sono uguali. Non è tutto oro quello che luccica!
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