di Gianluca Riccio – C’è una novità (l’ennesima, di questi tempi) che farà discutere tanto: Google ha tirato fuori dal cilindro un tool, chiamato Genesis, capace di produrre articoli di notizie. E lo sta offrendo in sordina ai media, a colossi come il New York Times o il Wall Street Journal.
Tempi ancora più duri per i giornalisti? No, ma commentando le notizie su questa circostanza (curiosamente diffuse proprio dal New York Times. O da una parte della redazione?), Google sottolinea prevedibilmente che Genesis non è qui per rubare il lavoro ai giornalisti. Piuttosto, lí a Palo Alto lo immaginano come un assistente personale, pronto a dare una mano su alcune mansioni, lasciando ai giornalisti più tempo per altre attività. In altri termini: la motivazione standard.
Quanto c’è di vero? Non tutti sono convinti, anche nello stesso panorama dei big editoriali. Alcuni (probabilmente quelli ancora non interessati al “test”, o magari anche quelli rimasti fuori) hanno alzato più di un sopracciglio, sottolineando quanto sia prezioso e complesso il lavoro dietro la produzione di notizie.
A ben guardare, Genesis ha avuto già dei predecessori. Nel recente passato, testate come CNET o BuzzFeed hanno già provato strumenti di intelligenza artificiale, ma spesso con risultati imprecisi e problemi di plagio.
E chiaramente la reazione dei giornalisti non è stata delle migliori. Le preoccupazioni (e la rabbia) degli addetti ai lavori sembrano destinate ad aumentare progressivamente.
L’ingresso di un gigante come Google in questo campo potrebbe accelerare l’adozione di queste tecnologie, e provocare un effetto cascata dai risultati non immaginabili (o si? Sappiamo da tempo che in pochi anni la Rete sarà satura di contenuti generati da intelligenze artificiali).
Google può insistere quanto vuole, e anche noi possiamo raccontarci che una AI non può sostituire il cuore del giornalismo (e che Bard, per dire, sta migliorando un bel po’ ma deve mangiare ancora un pochino di pane per stare al passo).
La verità, è che ci troviamo di fronte a un bivio. Da una parte, l’innovazione e la tecnologia che promettono di rendere tutto più efficiente. Dall’altra, l’essenza stessa delle notizie, del giornalismo e della divulgazione.
Come sempre, la tecnologia è solo uno strumento, sta a noi decidere come usarlo: ma questa potrebbe diventare una scelta di sopravvivenza.
L’AUTORE
Gianluca Riccio, classe 1975, è direttore creativo di un’agenzia pubblicitaria, copywriter, giornalista e divulgatore. Fa parte della World Future Society, associazione internazionale di futurologia e di H+, Network dei Transumanisti Italiani. Dal 2006 dirige Futuroprossimo.it, una risorsa italiana sul futuro.
L’immagine del post è stata generata dall’IA Midjourney