“Il MoVimento 5 Stelle in Italia ha lanciato un referendum per il ritiro dall’euro per risollevare il Paese dalla depressione e proteggere la democrazia italiana, una svolta drammatica per un Paese che è stato appassionatamente pro-europeo per 60 anni. “Dobbiamo lasciare l’euro il più presto possibile“, ha detto Beppe Grillo, il combattivo comico-politico e fondatore del partito di protesta che è entrato trionfalmente in Parlamento in Italia lo scorso anno con il 26% dei voti. “Raccoglieremo mezzo milione di firme in sei mesi – un milione di firme – e porteremo la legge popolare in Parlamento, e questa volta grazie ai nostri 150 legislatori, dovranno parlare con noi.”
Gianroberto Casaleggio, stratega economico del partito, ha detto che il movimento aveva esposto le sue richieste minime a maggio, chiedendo l’adozione degli eurobond e l’abolizione del Fiscal Compact all’UE, una camicia di forza che costringerà l’Italia a decenni di debito-deflazione. “Cinque mesi sono passati e non abbiamo avuto alcuna risposta. Ci hanno completamente ignorato” ha detto. Qualsiasi referendum non sarebbe vincolante, ma il movimento può essere in grado di far passare la “legge di iniziativa popolare” per indirlo se gli euroscettici degli altri partiti uniranno le forze. Gli italiani sono diventati amaramente disincantati con l’Europa dopo una caduta del 9% del PIL nel corso degli ultimi cinque anni e mezzo, e un calo del 24% della produzione industriale. La maggior parte degli elettori pensano che sia stato un errore aderire all’euro, ma sono diffidenti nei confronti dell’abbandono dell’euro, temendo che un ritorno alla lira rischierebbe una crisi paralizzante. Datamedia Ricerche nel sondaggio marzo ha rilevato che il 59% degli italiani pensano che un ritorno alla lira sarebbe una buona idea.
Il PIL in Italia è sceso ai livelli di quattordici anni fa, una inversione catastrofica mai vista in nessun grande Paese in tempi moderni, neppure negli anni ’30. Ha perso il 40% di competitività del lavoro contro la Germania a partire dalla metà degli anni 1990, ed è ora intrappolata all’interno dell’unione monetaria con uno scambio sopravvalutato. Non può tagliare i salari facilmente con una “svalutazione interna” perché questo causerebbe il caos per la dinamica del debito.
Il MoVimento 5 Stelle ha preso più voti di qualunque altro partito nelle elezioni dello scorso anno con una agenda di sinistra, un po’ anarchica, verde, e con attacchi viscerali alle élite radicate. Ha fatto eleggere 108 deputati della camera bassa, e 54 senatori.
Il movimento vede la sua critica dell’unione monetaria in funzione della difesa della sovranità italiana contro i funzionari non eletti della UE, che starebbero calpestando la democrazia italiana. “Io non do la mia sovranità a nessuno. Mio nonno ha combattuto con i partigiani per tre anni. Se volete la mia sovranità, dovete venire a prenderla, non sventolando qualche lettera della BCE. Dovete venire ben armati, come hanno provato a fare già una volta “, ha detto il signor Casaleggio.
Il movimento è infuriato con quelle che ritiene essere le politiche di maltrattamento della Banca centrale europea, accusati di aver rovesciato il premier Silvio Berlusconi nel 2011 e di esigere aspre riforme in Italia. “Mario Draghi non è un membro del governo e non so con quale autorità pretenda queste riforme“, ha detto Casaleggio.
Il MoVimento 5 Stelle è stato oscurato quest’anno dalla drammatica crescita in Italia del giovane premier Matteo Renzi, ma il movimento non è svanito. E ‘arrivato secondo alle elezioni europee a maggio, ottenendo il 21.5%. I suoi 17 deputati siedono con lo UKIP a Strasburgo.
Renzi è alle prese con una tripla recessione che è si è manifestata come uno shock profondo, fugando l’ipotesi che la crisi fosse finita e che la zona euro fosse sul punto di un nuovo ciclo di ripresa autosufficiente. Renzi è costretto a fare tagli in nome dell’austerità per soddisfare le norme europee sul deficit, rischiando un’ulteriore contrazione economica, e perpetuando lo stesso circolo vizioso che ha colpito i suoi predecessori. Tale scenario gioca direttamente a favore di Beppe Grillo.” Ambrose Evans-Pritchard, editorialista economico del Telegraph
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