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>>>Oggi, 13 febbraio, sono a Sondrio, ore 17, piazza Garibaldi e a Lecco, ore 21, piazza Cermenati. Domani, 14 febbraio, sarò a Susa, ore 17.30, piazza della Repubblica. Seguite le dirette su La Cosa! >>>
La notizia dell’arresto dell’amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, per corruzione internazionale, non mi ha sorpreso. Così come non mi ha sorpreso il fallimento del Monte Paschi di Siena con 21 miliardi di perdita di valore (un buchino…) o dell’amministratore delegato dell’ENI, Paolo Scaroni (*), ufficialmente indagato per corruzione per una tangente di 200 milioni di euro per appalti algerini. Ucci, ucci, sento odor di partitucci spinti da una fame atavica e inestinguibile, che dopo aver occupato ogni spazio, ogni poltrona, si stanno spolpando le società gestite dalle Fondazioni in cui sono presenti, come è il caso di Siena, o lottizzando le aziende partecipate dal Tesoro. Finmeccanica è il secondo gruppo manifatturiero italiano dopo la Fiat, ha circa 70 mila dipendenti e 17 miliardi di ricavi annui ed è partecipata dal Tesoro per il 32,4%. Le nomine in questo gruppo, fondamentale per la tenuta economica del Paese, non sono state fatte per merito, ma per nomina partitica. “Ogni anno il responsabile delle relazioni istituzionali Lorenzo Borgogni andava nell’ufficio del numero uno, prendeva il “tabellone”, entrava, apriva sulla scrivania la mappa discutendo dei nomi da inserire. Più che una discussione, come ha ricostruito Borgogni al PM, era una ricezione di “ordini dalla politica”. In questa lottizzazione si sono alternati ministri di sinistra e di destra, leghisti e centristi. Borgogni ne parla davanti al sostituto procuratore della procura di Roma il 13 e il 20 dicembre del 2011. Solo formalmente i componenti del consiglio di amministrazione provengono dal ministero del Tesoro, in realtà “sono il prodotto di una mediazione politica all’interno delle componenti della maggioranza di governo”. (**)
Rigor Montis, come un pappagallo sul trespolo, ha dichiarato questa mattina, dopo l’arresto di Orsi “C’è un problema relativo alla governance che affronteremo“. In un anno e passa di governo con una maggioranza assoluta in Parlamento non ha evidentemente trovato il tempo per farlo. Si tolga dai piedi, porti il suo cagnolino al parco, ha già fatto abbastanza danni. Si. Certo. C’è un bel problema di governance, quindi di controllo, ma chi doveva vigilare se non il Tesoro e quindi il Governo? Qui più che un problema di governance, c’è un problema di onestà dei cosiddetti manager e di chi li ha messi al loro posto (in cambio di che?), c’è un problema enorme di mancanza di senso dello Stato. Il Paese sta franando. Il 23 e il 24 febbraio mandiamoli tutti a casa.
(*) Negli anni 90, come amministratore delegato della Techint, Scaroni ha patteggiato una condanna a un anno e quattro mesi per corruzione per tangenti pagate per ottenere appalti dall’ENEL
(**) fonte Espresso, 45/2011