La superficie di Marte è esplorata da oltre 50 anni. Secondo l’ Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari spaziali, le nazioni hanno inviato 18 oggetti su Marte in 14 missioni. Molte di queste missioni sono ancora in corso, ma nel corso dei decenni di esplorazione, l’umanità ha lasciato molti detriti sulla superficie del pianeta.
E’ quello che emerge da uno studio di Cagri Kilic, ricercatore in robotica presso la West Virginia University, che ha calcolato almeno 15.694 libbre di detriti (circa 7 tonnellate) rimasti su Marte dalle precedenti missioni. “Siamo riusciti a lasciare detriti su un pianeta dove non siamo ancora stati”, afferma Kilic, e “Il numero è piuttosto interessante.”
Kilic studia come rintracciare i rover che gli umani inviano sulla luna e su Marte, che sono le missioni responsabili dei detriti lasciati sui corpi celesti.
Secondo il ricercatore detriti su Marte provengono da tre fonti principali: hardware che si perdono, veicoli spaziali inattivi e veicoli spaziali precipitati. Attualmente ci sono nove veicoli spaziali rimasti dalle precedenti missioni su Marte: il lander Mars 3, il lander Mars 6, il lander Viking 1, il lander Viking 2, il rover Sojourner, il lander Beagle 2, il lander Phoenix, il rover Spirit e il rover Opportunity.
Ma come mai questi rifiuti sono così importanti?
Ci sono due potenziali sfide che i detriti delle missioni passate possono presentare per quelle future. Uno è la contaminazione. Il 21 dicembre, Perseverance ha depositato la sua prima provetta piena di sporcizia marziana da raccogliere per essere studiata da una futura missione, come annunciato dalla NASA . La preoccupazione è che i detriti umani possano potenzialmente finire in campioni come quelli raccolti dai rover, anche se Kilic afferma che questo è un problema che gli scienziati coinvolti hanno pianificato.
Un altro rischio potenziale è l’aggrovigliamento dovuto all’attrezzatura di ingresso/discesa/atterraggio. Questi piccoli detriti sparsi possono viaggiare con i venti marziani e possono impigliarsi nei robot. Questo è quello che potrebbe essere successo con i pezzi della coperta termica di Perseverance a giugno scorso.
Nel complesso, Kilic pensa che ci siano relativamente pochi detriti su Marte visti i 50 anni di esplorazione dell’umanità. Fatto diverso per la Luna, dove la quantità di detriti è molto più alta. Poi c’è il caso della spazzatura spaziale in orbita attorno alla Terra; un problema perché i detriti orbitali possono entrare in collisione o danneggiare altri sistemi orbitanti, inclusa la Stazione Spaziale Internazionale.
Altre missioni su Marte porteranno senza dubbio a più detriti su quel pianeta, ma, nonostante ciò, Kilic è ottimista sulla capacità della nostra specie di imparare dal passato mentre “raggiungiamo le stelle…”
Speriamo!