A scuola mi chiesero cosa volessi diventare da grande, risposi “felice”. Mi dissero che non avevo capito l’esercizio e io dissi loro che non avevano capito la vita. (John Lennon)
Un decennio fa, i governi di tutto il mondo espressero il desiderio di porre la felicità al centro dell’agenda di sviluppo sostenibile, e adotttarono una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a tale scopo. Nacque così il rapporto mondiale sulla felicità, il World Happiness Report.
Quest’anno ricorre il decimo anniversario del World Happiness Report che analizza il livello di felicità e benessere degli individui, su scala nazionale e globale. Il rapporto è stato stilato utilizzando i dati del sondaggio di Gallup che ha chiesto alle persone di 150 Paesi di immaginare la propria vita come una scala: al decimo gradino una vita più realizzata e al gradino più basso un mondo distopico, in cui tutto è terribile. I parametri utilizzati per valutare la condizione di felicità sono 6 e riguardano: reddito pro-capite, sostegno sociale, aspettativa di vita alla nascita, libertà di compiere delle scelte di vita, generosità, corruzione.
Queste informazioni, a loro volta, possono aiutare i paesi a elaborare politiche volte a realizzare società più felici. Per l’economista delle Nazioni Unite Jeffrey Sachs. “I leader mondiali dovrebbero prestare attenzione a questo rapporto. La politica dovrebbe essere diretta al benessere del popolo, non al potere dei governanti”.
Quest’anno, come nella maggior parte degli anni, l’Europa domina, con la Finlandia che mantiene la prima posizione in classifica per il quinto anno consecutivo.
Vediamo i primi dieci (l’elenco completo qui):
1: Finlandia
2: Danimarca
3: Islanda
4: Svizzera
5: Paesi Bassi
6: Lussemburgo
7: Svezia
8: Norvegia
9: Israele
10: Nuova Zelanda
L’Italia, che è stato il primo paese ad adottare questo nuovo paradigma, avendo introdotto gli Indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile) si colloca al 31° posto, perdendo ben 6 posizioni rispetto alla precedente edizione.
I dati dell’indagine hanno anche rilevato che, nonostante gli effetti della pandemia, “il sostegno sociale, il volontariato e le donazioni” nel 2021 sono fortemente aumentati in ogni parte del mondo, raggiungendo livelli di quasi il 25% superiori alla loro prevalenza pre-pandemia. Negli Stati Uniti, ad esempio, dove maggiore è stata la minaccia di COVID per una comunità, più gli americani hanno contribuito finanziariamente ad aiutare chi avesse bisogno.
Piuttosto che celebrare il successo dei paesi industrializzati e tecnologicamente sofisticati, il World Happiness Report vuole essere, come ha spiegato Sachs, un modo per provare a mostrare ai paesi come migliorare la felicità dei loro cittadini, comprendendo che cittadini felici equivalgono a una società più prospera.
A questo link il rapporto completo