“In Grecia sono oltre 775 mila i bambini a rischio povertà, pari a circa il 40,5% del totale. Nel 2011 la percentuale era del 23,7%.
In Grecia il 18% dei proprietari di un’abitazione non può curare l’alimentazione dei bambini in modo adeguato, acquistando (ad esempio) carne rossa, pollo o pesce.
La percentuale è raddoppiata rispetto a qualche anno fa.
Questi sono solo alcuni dati sconvolgenti che emergono dagli incontri a cui Laura Agea ha partecipato ad Atene questa settimana, in particolare con il Ministro del Lavoro Giorgos Katrougalos e con il Presidente della Repubblica Prokopīs Paulopoulos. La portavoce del M5S si è voluta recare personalmente sul posto, non si è fermata alla “copertina” fornita dalle istituzioni europee che rappresenta in qualità di deputato. E la realtà, come dicono i numeri, è ben diversa da come viene confezionata dalla propaganda della Troika. A rimarcare la contraddizione economica in cui versa l’Unione (solidale) Europea ci sono anche le parole odierne di Mario Draghi, che ha appena annunciato il prolungamento del QE fino a marzo 2017, mentre la BCE continuerà a garantire liquidità illimitata e a tasso fisso. Ma a chi sta parlando il governatore della Banca Centrale Europea? Agli analisti o agli speculatori? Non certo, duole dirlo, ai bambini greci.
Gli ellenici, dopo il polverone sollevato da Alexis Tsipras con il referendum (poi disatteso alla prova dei fatti), sono scivolati nel dimenticatoio dei media. La sollevazione europea, il pasticcio combinato dall’Eurogruppo, la crisi totale di un Paese che non sarà mai in grado di ripagare il proprio debito; tutto è stato cancellato. Dalle televisioni in primis, dagli altri leader europei poi. Cosa sta succedendo in Grecia a seguito dell’applicazione dei devastanti memorandum? Su quelle carte è scritta nero su bianco la fine dell’economia greca e la condanna ad una tragedia sociale che – in Europa – non ha precedenti.
I dati forniti in apertura sono solo alcuni dei rilievi che gli analisti hanno presentato alla portavoce. Numeri crudi che rivelano la follia dell’effetto Troika su questa generazione, ma anche sulle prossime. L’enorme recessione ha spinto la popolazione verso la povertà, l’export è rimasto debole e le banche estremamente fragili. Le riforme, si legge, sono incompatibili con qualsiasi tentativo di ammodernamento del “sistema Grecia”. Non si vede alcun tipo di futuro.
Dal 2010 il rischio di esclusione sociale è aumentato del 25,4%. Il numero di senzatetto si attesta tra i 20 mila e i 30 mila. Ma a colpire è la “nuova categoria” che rappresenta una grossa fetta della percentuale totale: parliamo degli homeless appartenenti alla classe media greca travolti dal collasso dei mercati. Secondo la statistica ufficiale il numero di proprietari di casa a rischio povertà assoluta è di 914.873, e coinvolge oltre 2,5 milioni di persone.
Quanti bambini stanno rischiando una vita d’inferno per i capricci della Troika? Non esiste alcuna Unione Europea fino a quando i diritti più elementari non saranno garantiti a tutti i cittadini. Nonostante la situazione, in Grecia, le istituzioni stanno pensando a un reddito minimo che garantisca la sopravvivenza e prevenga l’esclusione sociale. Al Governo italiano, forte degli slogan sulla crescita allo 0,9% che non ha alcuna ricaduta sull’economia reale, tutto scivola addosso.” M5S Europa
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