Esistono vari biosensori impiantabili senza batteria. I problemi, come si può immaginare però sono tanti, ma ora gli scienziati hanno creato il sensore più piccolo di sempre: Solo 0,9 millimentri.
Un biosensore è un particolare dispositivo analitico costituito da un elemento sensibile biologicamente attivo e da una parte elettronica. Un comune esempio di biosensore è il glucometro utilizzato dai diabetici per misurare la concentrazione di glucosio nel sangue.
I sensori sono progettati per monitorare continuamente vari processi corporei e non devono essere recuperati chirurgicamente per i cambi di batteria.
In genere contengono un chip RFID (identificazione a radiofrequenza), che trasmette i dati quando un dispositivo di lettura esterno li attiva con un segnale radio.
Il dispositivo viene tenuto vicino al sito dell’impianto sul corpo del paziente. Il motivo è semplice, serve a produrre un segnale abbastanza forte da essere letto.
Ma ha una controindicazione: il biosensore deve essere relativamente grande.
Ora, questa limitazione è stato aggirata dal Prof. John Ho e da un team dell’Università Nazionale di Singapore. Hanno creato un lettore tre volte più sensibile dei dispositivi esistenti. Di conseguenza, il biosensore associato può essere nettamente più piccolo.
L’attuale sensore prototipo ha una larghezza di soli 0,9 mm ed è stato iniettato sotto la pelle di topi da laboratorio utilizzando un ago ipodermico. Una volta impiantato, è in grado di monitorare la respirazione e la frequenza cardiaca, in base al rilevamento dei movimenti.
Una volta sviluppato ulteriormente, si spera che la tecnologia possa fare molto di più.
Questa tecnologia, minimamente invasiva, consente ai pazienti di essere allertati ogni volta che le loro condizioni fisiologiche superano una soglia critica. Questo rappresenta un passo pionieristico verso un nuovo mondo di impianti e biosensori.