Ci vorranno 257 anni prima che le donne abbiano una retribuzione pari a quella degli uomini. Questo afferma il rapporto sul divario di genere del World Economic Forum, che ha misurato il divario in 153 paesi, analizzando politica, economia, sanità e istruzione.
Secondo il rapporto Global Gender Gap Report le donne dovranno aspettare all’incirca fino al 2277.
Al ritmo attuale del cambiamento, il divario di genere nella partecipazione economica e nelle opportunità, rimarrà a vantaggio dei maschietti per altri 257 anni. La parte davvero negativa è che l’anno scorso la stima prevedeva tempi minori.
Nel 2018 le analisi prevedevano 202 anni per avere lo stesso stipendio. Questi dati vengono soprattutto elaborati a seconda della velocità del cambiamento. Il rapporto ci dice quindi che le cose non stanno migliorando.
Il rapporto ha misurato il divario di genere tra economia, politica, istruzione e salute e ha classificato 153 paesi a seconda dell’uguaglianza di genere in queste quattro categorie.
L’Islanda è stata riconosciuta come la nazione con la parità di genere più elevata per l’undicesimo anno consecutivo. Altri paesi nordici, tra cui Norvegia, Finlandia e Svezia (e il Nicaragua) sono nella top 5. Lo Yemen è al primo posto nella lista. Gli Stati Uniti sono scesi di due punti rispetto allo scorso anno, classificandosi al 53° posto nella lista. L’Italia è al 76esimo posto. L’Italia vede lavorare meno di una donna su due: solo il 57% delle donne di età compresa fra 25 e 54 anni con figli piccoli lavora, rispetto al 90% dei padri nelle stesse condizioni.
Il rapporto ha attribuito l’ampliamento globale a diversi fattori. Le donne sono maggiormente rappresentate nei lavori più colpiti dall’automazione, compresi quelli nel commercio al dettaglio. In secondo luogo, non abbastanza donne stanno entrando in alcune professioni ad alta crescita, come quelle tecnologiche.
Delle quattro categorie, la politica ha avuto la maggiore disparità di genere, sebbene abbia mostrato miglioramenti rispetto allo scorso anno. Quest’anno, le donne detenevano il 25,2 % dei seggi parlamentari in tutto il mondo e il 21,2% di posizioni ministeriali. Mentre l’istruzione e la salute sono le due categorie che in tutto il mondo hanno minori disparità.
Sono numeri che non lasciano molto sperare. É incredibile come non si riesca a riconoscere gli stessi diritti alla metà della popolazione globale.