di Tanya Todorova – Nell’era digitale i social media stanno plasmando sempre più l’approccio delle persone al mondo reale e il nostro modo di discutere, ma quanto sono sicure queste piattaforme per la nostra salute mentale e chi trae i maggiori vantaggi da tutto ciò? Ci rendiamo conto di quanto il nostro cervello sia ingannato da un fenomeno psicologico noto come “L’Effetto di mera esposizione”? Perché il mondo sta diventando un luogo più insicuro e come possiamo rimuovere la vera causa di questo processo?
Il rapporto Global Emotions di Gallup nel 2017 ha indicato che i livelli di insicurezza sono ai massimi da un decennio. I livelli di tristezza, rabbia, preoccupazione e dolore fisico hanno raggiunto i picchi di dieci anni. Gallup ha speculato su una varietà di ragioni, ma questa tendenza potrebbe essere in parte un risultato delle persone che stiamo eleggendo, come i nostri leader politici e più precisamente dalle serie dei loro tratti personali?
Guardiamo cosa stanno producendo i social media e su cosa si basano i loro algoritmi. Gli scienziati hanno fornito alcune prove del fatto che l’esposizione prolungata allo schermo e ai social media aumentano la depressione, l’ansia e la propensione al suicidio. Secondo il rapporto della Royal Society of Public Health il 63% degli utenti di Instagram sono infelici. Negli Stati Uniti dal 2010 al 2015, i tassi di suicidio degli adolescenti (13-18 anni) sono aumentati del 31% e oggi, in Inghilterra, il suicidio è la principale causa di morte tra i giovani. I social media funzionano come uno strumento condizionante e sono stati sviluppati con modalità che favoriscono l’invidia patologica. In breve, nell’algoritmo dei social media è stata inserita l’aggressività e in alcuni casi questa è stata usata come arma. Nei social media siamo costantemente esposti ad ambienti negativi in cui viene premiata la messaggistica negativa, con l’inevitabile effetto di avvelenare i modelli di pensiero degli utenti. Le conseguenze sono che le nostre menti iniziano a cambiare – la neuroplasticità lo garantisce. Chamath Palihapitiya, fondatore, CEO di Social Capital e ex dirigente di Facebook, ha messo in guardia sulle conseguenze non intenzionali dei social media alla Stanford Graduate School of Business: “Penso che abbiamo creato strumenti che stanno distruggendo il tessuto della società e il modo in cui funziona. I cicli di feedback (retroazione) a breve termine guidati dalla dopamina che abbiamo creato stanno distruggendo il modo in cui funziona la società: nessun discorso civile, nessuna cooperazione; disinformazione, menzogna. Ti stanno programmando.”
Da questo punto di vista, possiamo dire che i social media sono lo strumento più antisociale mai inventato. Le persone con tendenze aggressive e comportamenti antisociali li troveranno il luogo perfetto in cui possono aumentare il livello di tossicità. C’è un gruppo speciale di persone che ne trarrà molti benefici: psicopatici, sociopatici e narcisisti. I tratti di personalità di queste persone sono: mancanza di empatia, diritto, grandiosità, superficialità, rabbia, ira, arroganza ed emozione superficiale. Questi sono una manifestazione di insicurezza patologica, un’insicurezza che viene vissuta a livello sia individuale che sociale. Sfortunatamente, oggigiorno la nostra società apprezza questi modelli e li venera attraverso i social media, i media mainstream e il consumismo. Il nostro sistema attuale premia e ammira persone di successo senza renderli responsabili dei mezzi e degli strumenti con cui hanno raggiunto questo successo.
Le caratteristiche sopra menzionate sono patologie molto frequenti nei leader politici, aziendali, accademici e dei media, ma finché hanno successo, le lasciamo impunite e concediamo loro il permesso di replicare questi schemi abusivi per ottenere più successo. Ma con l’invasione dei social media nella nostra vita quotidiana arriva un’altra minaccia che in realtà segna la base della democrazia diretta. I social media consentono a tutti di trasmettere e diventare familiari a un vasto pubblico. Gli psicologi sanno che il nostro cervello è guidato e fuorviato dalla familiarità. Nel 1965 Zajonc eseguì un esperimento che dimostrò L’Effetto di mera esposizione. Ha mostrato ai partecipanti simboli e immagini e ha chiesto loro di valutare quanto gli piacevano. Poi li ha mostrati ancora e ancora e ha fatto classificare le immagini un numero elevato di volte. Scoprì che le persone avevano una forte preferenza per le immagini, i simboli e le facce che avevano già visto. Se i partecipanti avevano già visto un’immagine, erano più propensi a provare sensazioni positive alla seconda visione. Zajonc ha riscontrato che questo funziona fino alla ventesima visualizzazione, dopo di che l’effetto scompare.
La familiarità genera affetto – e questo sta diventando rapidamente problematico per la democrazia.
In che modo L’Effetto di mera esposizione influenzerà la politica?
Di fronte a una scelta tra una persona anonima o una celebrità televisiva, chi sceglierà la gente? Una scelta logica sarebbe quella di scegliere il candidato più competente, ma molte persone vanno con la persona con cui hanno più familiarità.
Quando creiamo un mondo in cui la psicopatia e il narcisismo diventano necessari per avere successo, abbiamo eliminato il nucleo della nostra umanità: mutualità, rispetto, compassione, pazienza, genuinità, onestà e fiducia. Abbiamo bisogno di creare nuove metriche per il successo: autenticità, compassione, gentilezza ed empatia. Siamo collettivamente responsabili per il cambiamento del sistema attuale e dobbiamo respingere le persone che governano con l’abuso, la paura e la vendetta.
Gli psicologi hanno già sviluppato e validato test con i quali possiamo misurare abilità politiche e tratti della personalità per tutti coloro che vogliono diventare politici. Il cambiamento può cominciare iniziando a usarli per selezionare preventivamente le persone che vogliono essere elette. Ad esempio, il loro profilo psicologico potrebbe essere reso liberamente disponibile come parte del processo elettorale. È tempo di riavere il nostro mondo e chiunque può partecipare attivamente a questo avviando e sostenendo iniziative che obblighino i partiti politici a testare i loro membri con test di personalità.