Un’immensa massa di profughi, la cui vita è stata sconvolta dalle guerre delle potenze occidentali “esportatrici di democrazia” e da multinazionali, in accordo spesso con governi locali corrotti può solo fuggire dalla guerra e dalla miseria. Ma per andare dove? Ci sono almeno due barriere tra le tante che impediscono loro di ricominciare. La prima sono i soldi per finanziare campi profughi locali, scuole, ospedali nel loro territorio, come fa ad esempio l’UNHCR. Sarebbe sufficiente una piccola quota del Pil della UE, oggi destinato alle armi, per aiutare centinaia di migliaia di profughi nelle loro nazioni. Perché non viene fatto? La seconda barriera è il trattato di Dublino che vieta al profugo la mobilità all’interno della UE. Il profugo è obbligato a rimanere nel primo Stato di accoglienza (di solito l’Italia per la sua posizione geografica), un’evidente contraddizione con la libera circolazione nell’area di Schengen in cui chiunque, se europeo, comunitario, si sposta senza controlli. Chi arriva in Italia spesso vuole ricongiungersi a gruppi etnici radicati altrove ad esempio in Francia o in Svezia e non può farlo e rimane a marcire nei CPT per mesi o anni.
Comunicato UNHCR:
“Con la guerra che infuria in ampie aree del Medio Oriente e dellAfrica oltre che in altre zone, si stima che 5,5 milioni di persone siano state costrette a lasciare le proprie case nei primi sei mesi del 2014, segnalando un ulteriore aumento delle persone in fuga.
Il nuovo rapporto Mid-Year Trends 2014 dellAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) mostra che di questi 5,5 milioni, 1,4 milioni è fuggita attraverso i confini internazionali divenendo rifugiati, mentre il resto è sfollato allinterno dei propri Paesi (IDPs). Prendendo in considerazione lesistente popolazione di persone in fuga, la revisione dei dati, i rimpatri volontari e i reinsediamenti, il numero di persone che sono state assistite dallUNHCR (menzionate nel rapporto come People of Concern) si è attestato a 46,3 milioni a partire da metà 2014 – circa 3,4 milioni in più rispetto alla fine del 2013, un nuovo record.
Tra i principali risultati del rapporto emerge che i siriani, per la prima volta, sono diventati la più grande popolazione di rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR (i palestinesi nel Medio Oriente sono infatti sotto il mandato dellUNRWA), superando gli afghani, che avevano tenuto quella posizione per più di tre decenni. I rifugiati siriani, oltre 3 milioni a giugno 2014, rappresentano ora il 23% di tutti i rifugiati che sono assistiti dallUNHCR in tutto il mondo.
Nonostante siano scesi in seconda posizione, i 2,7 milioni di rifugiati afghani nel mondo rimangono la più grande popolazione di rifugiati di lunga data di cui si occupa lUNHCR (l’Agenzia definisce una “situazione di rifugiato di lunga data“, quando sussiste da almeno cinque anni).
Dopo Siria e Afghanistan, i principali Paesi di origine dei rifugiati sono Somalia (1,1 milioni), Sudan (670.000), Sud Sudan (509.000), la Repubblica Democratica del Congo (493.000), Myanmar (480.000) e Iraq (426 mila).
Il Pakistan, che ospita 1,6 milioni di rifugiati afghani, rimane il maggiore paese ospitante in termini assoluti. Altri paesi con una popolazione di rifugiati numerosa sono Libano (1,1 milioni), Iran (982.000), Turchia (824.000), Giordania (737.000), Etiopia (588.000), Kenya (537.000) e Chad (455.000).
Facendo un confronto tra il numero di rifugiati e la popolazione di un Paese o la sua economia, il rapporto dellUNHCR contestualizza il contributo dei Paesi ospitanti: in proporzione alla propria popolazione ad esempio, il Libano e la Giordania ospitano il maggior numero di rifugiati, mentre in proporzione alleconomia gli oneri sostenuti dallEtiopia e dal Pakistan sono i maggiori.
A metà anno, sono diventati 13 milioni i rifugiati sotto il mandato dellUNHCR, il numero più elevato dal 1996, mentre il totale degli sfollati interni protetti o assistiti dallAgenzia ha raggiunto il nuovo record di 26 milioni. Dal momento che lUNHCR assiste gli sfollati interni solo nei paesi dove il governo richiede lintervento dellAgenzia, la cifra non include tutte le persone in questa situazione a livello mondiale.
Nel 2014 abbiamo visto crescere senza precedenti il numero di persone sotto la nostra protezione. Fintanto che la comunità internazionale continuerà a fallire i tentativi di trovare soluzioni politiche ai conflitti esistenti e di prevenirne di nuovi, noi ci troveremo ad avere a che fare con le drammatiche conseguenze umanitarie ha affermato lAlto Commissario ONU per i Rifugiati António Guterres. I costi economici, sociali e umani di assistere i rifugiati e gli sfollati interni è sostenuto soprattutto dalle comunità povere, coloro che possono permetterselo di meno. E un dovere incrementare la solidarietà internazionale se vogliamo evitare il rischio che sempre più persone vulnerabili vengano lasciate senza un adeguato sostegno.
Un altro importante risultato che emerge dal rapporto è lo spostamento della distribuzione regionale della popolazione di rifugiati. Fino allanno scorso, la regione che ospitava il maggior numero di rifugiati era lAsia e il Pacifico. Come conseguenza della crisi in Siria, il Medioriente e il Nord Africa sono diventate le regioni che accolgono il maggior numero di rifugiati.
Il rapporto dellUNHCR Mid-Year Trends 2014 è basato su dati provenienti dai governi e dagli uffici dellUNHCR nel mondo. Poiché le informazioni disponibili a questo punto dellanno sono incomplete, non è possibile mostrare il totale delle persone in fuga globalmente (questi dati sono invece presenti nel rapporto dellUNHCR Global Trends pubblicato a giugno di ogni anno, che alla fine del 2013 ha evidenziato che 51,2 milioni di persone sono state sfollate forzatamente in tutto il mondo). Tuttavia, i dati che presenta sono una componente importante del totale mondiale e un indicatore importante dei rifugiati in tutto il mondo e delle tendenze relative ai dati sugli sfollati.
Il rapporto completo può essere scaricato qui e le tabelle allegate sono disponibili allindirizzo: http://www.unhcr.org/statistics/mid2014stats.zip [si consiglia di copiare e incollare i link nel browser].”