di Paolo Ermani – L’idea che l’educazione riguardi tutti e tutto, non solo la scuola o gli insegnanti e non solo un pezzetto di mondo o di vita, permea il lavoro e l’impegno di tante persone che nel nostro Paese ogni giorno si mettono in gioco per collocare il bambino al centro di una rinnovata riflessione pedagogica. Spesso si parla di contaminazione educativa, di un comune denominatore che avvicina, anziché separare, tanti approcci ed esperienze di differente estrazione e provenienza; e sempre di più ci si rende conto della potenza insita nella condivisione di idee, pensieri, successi ed errori. Perché, dunque, non mettere in rete tutti coloro che in Italia si stanno dando fare per «proporre e applicare un nuovo sguardo al senso dell’educazione che ci permetta finalmente di superare un modello di apprendimento/insegnamento che ha fatto il suo tempo»? È esattamente l’impegno che si è assunto un gruppo di lavoro eterogeneo ma incredibilmente rappresentativo del panorama educativo nazionale più maturo e consapevole, quello delle esperienze a misura di bambino. Esperti, pedagogisti, insegnanti e genitori di diversa formazione e appartenenza si sono uniti nel progetto che ha preso il nome di “Tutta un’altra scuola”, coordinato da Terra Nuova, la comunità che da quarant’anni racconta e pratica l’ecologia dell’azione e del pensiero. Del gruppo fanno parte protagonisti delle scuole pubbliche più all’avanguardia, delle scuole Steiner Waldorf, di quelle che seguono il metodo Montessori, poi ancora voci importanti delle scuole parentali e libertarie, dell’educazione esperienziale, fino all’homeschooling e alla pedagogia del bosco.
E il prossimo 8 settembre a Bologna, al Teatro Testoni Ragazzi, si terrà l’edizione 2018 (la terza) dell’evento annuale nazionale di “Tutta un’altra scuola” (qui il programma), una giornata densa di opportunità e idee, con convegni, colloqui con gli esperti, laboratori per i bambini e postazioni informative.
«L’idea che ci muove è quella di dare voce alle realtà educative che oggi in Italia hanno deciso di mettere il bambino al centro, siano esse pubbliche o private, strutturate o destrutturate, con una gerarchia o un’organizzazione orizzontale – spiega Claudia Benatti, coordinatrice del progetto – vogliamo portare il loro racconto al pubblico, favorire il confronto tra esperienze, mettere in rete i patrimoni di conoscenze, informazioni, tentativi riusciti e non, che possono nutrire l’aspirazione a un modello educativo e scolastico differente da quello che oggi si è andato cristallizzando e all’interno del quale spesso non stanno male solo i bambini, ma anche gli operatori e le famiglie».
«Mai come oggi appare evidente, a chi possieda una sensibilità pedagogica non normativa e non autoritaria, che l’approccio scolastico convenzionale per molti versi è divenuto obsoleto e inadeguato – prosegue Benatti – E non si tratta solo delle procedure o della frequente mancanza di considerazione nei confronti dei bambini e dei ragazzi, ma emerge anche una crisi di credibilità ed efficacia rispetto agli obiettivi dichiarati. Occorre fare in modo che la scuola abbia a cuore l’interesse peculiare di bambini e ragazzi, che li coinvolga nelle scelte, che ne coltivi singolarità e vocazioni. Oggi la scuola convenzionale rischia spesso di essere un luogo schiacciato sotto il primato dell’economia e del mercato che impongono contenuti, metodi e procedure di selezione. D’altra parte nel tempo è cresciuta la consapevolezza nei bambini, nei ragazzi e nelle loro famiglie che la proposta educativa è inadeguata e spesso mortificante. Una proposta che non è nella maggior parte dei casi capace di coinvolgere, di interessare, di motivare adeguatamente i suoi ospiti».
«Di contro, da molto tempo, ma con particolare forza più recentemente, sono nate esperienze alternative di educazione per bambini e ragazzi – aggiunge ancora Benatti – Proposte certamente anche molto differenziate tra loro ma in generale accomunate da una preoccupazione comune: quella di fornire a bambini e ragazzi, a bambine e ragazze, risposte corrispondenti a quello che essi sono più autenticamente, risposte ai loro interessi, alla loro natura, alle loro potenzialità. Questo mondo, almeno qui in Italia, finora ha dialogato relativamente poco. Appare invece urgente, proprio per fornire risposte organizzate, orientamento e approfondimenti, attivare iniziative che consentano agli attori di questo mondo sommerso di incontrarsi, conoscersi, confrontarsi, con lo specifico obiettivo di affermare nuove idee per la formazione dei bambini e dei ragazzi. È urgente e vitale conoscere e valorizzare tutti quei percorsi dove i bambini e i ragazzi possano finalmente essere davvero pienamente coinvolti, come soggetti a pieno titolo, come persone che possiedono intelligenza ma anche emozioni, intuizioni, immaginazione, creatività, corporeità. Ed è questo che cerchiamo di fare con “Tutta un’altra scuola”. Speriamo che in tanti si uniscano a noi».
L’AUTORE
Paolo Ermani – Scrittore, formatore, consulente energetico, ideatore di progetti innovativi in ambito lavorativo e ambientale. Da metà degli anni ottanta si occupa di ambiente, energie rinnovabili, risparmio energetico e idrico, uso razionale dell’energia, tecnologie appropriate a cui poi ha aggiunto tematiche relative agli stili di vita, all’economia, il lavoro, l’alimentazione, l’agricoltura, la facilitazione. Ha lavorato e si è formato nei più importanti centri europei per le tecnologie alternative. Fra le centinaia di iniziative che ha realizzato è tra i fondatori dell’associazione Paea, del giornale web Il Cambiamento e del progetto sul lavoro Ufficio di Scollocamento. E’ autore dei libri: Pensare come le montagne (scritto con Valerio Pignatta), Ufficio di Scollocamento (scritto con Simone Perotti), Solo la crisi ci può salvare (scritto con Andrea Strozzi).
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