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L’economia globale è in crisi. L’esaurimento delle risorse naturali, il declino nella produttività, la crescita a rilento, l’aumento della disoccupazione e le disuguaglianze sempre più marcate: tutto ci costringe a riformulare i nostri modelli economici. Cosa fare ora? Nel film The Third Industrial Revolution: A Radical New Sharing Economy, l’economista Jeremy Rifkin descrive la nascita di un nuovo sistema economico.
Rifkin sostiene che la sharing economy della Terza rivoluzione industriale sia il primo sistema economico innovativo dopo il capitalismo e il socialismo del 19esimo secolo.
Per Rifkin le nuove infrastrutture intelligenti della Terza rivoluzione industriale, che coniugano comunicazione internet in 5G, nuova mobilità driverless, e una piattaforma per l’internet delle cose che collega le strutture residenziali, commerciali e industriali, cambieranno il modo in cui pensiamo e muoviamo l’economia nel 21esimo secolo.
Le imprese private connesse all’internet delle cose possono sfruttare grandi quantità di dati e la possibilità di analizzarli per sviluppare algoritmi che stimolano l’efficienza, aumentano la produttività e abbassano drasticamente i costi marginali di produzione e distribuzione di una vasta gamma di beni e servizi, dando vita a una versione innovativa e radicale di sharing economy.
Oggi, milioni di persone in tutto il mondo producono musica, video, contenuti sui social media, energia rinnovabile, case, automobili, contribuiscono a Wikipedia, frequentano università online, e condividono questi e altri beni e servizi.
Nella sharing economy il possesso lascia il posto all’accesso, venditori e compratori sono sostituiti da fornitori e utenti, i prosumer prendono il posto di possessori e lavoratori, il capitale sociale diventa importante quanto il capitale di mercato, il consumismo si piega alla sostenibilità, e gli indici della qualità della vita diventano più importanti del PIL. La sharing economy, con i suoi costi marginali azzerati, è un’economia circolare in cui beni e servizi vengono ridistribuiti tra tutti gli utenti, riducendo così drasticamente l’impronta ecologica della società.
Le infrastrutture della Terza rivoluzione industriale e lo sviluppo della sharing economy a livello mondiale guidano la società nell’era post carbone, un’era in cui l’energia viene dal sole, vento e altre risorse rinnovabili; inoltre, trasporti e sistemi logistici a livello globale vengono operati con veicoli elettrici, segnando l’avvento dell’epoca della sostenibilità.
Il capitalismo non scomparirà di colpo, ma non sarà più l’unico arbitro della nostra vita economica: dovrà trovare il suo posto a fianco della sharing economy, nell’ambito di un sistema economico ibrido che, nel 21esimo secolo, renderà la società più egualitaria e sostenibile. Quel sistema economico ibrido va sotto il nome di “Collaborative Commons”, e sarà basato su una nuova infrastruttura energetica e logistica multigenerazionale che farà aumentare la produttività, genererà un modello di business adatto all’era digitale e offrirà lavoro a milioni di millennial.
Il film, prodotto dalla Vice, The third Industrial Revolution offre una nuova lente per comprendere le ondate sismiche che stanno scuotendo le nostre credenze sull’economia, la governance e la società, e punti di riferimento per orientarsi nel prossimo stadio della storia dell’uomo.
Nel film Rifkin spiega che la Terza rivoluzione industriale è ben più di un insieme di trasformazioni tecnologiche ed economiche. Il nuovo paradigma economico trasformerà anche la società, e ci spingerà a ripensare i nostri concetti di libertà, potere e identità, mentre ci prepariamo per l’era della biosfera.