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Il Blog di Beppe Grillo
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Piombo da esportazione

beppegrillo.it - Agosto 17, 2007

foto da spiegel.de

Duisburg ha dimostrato che la nostra esportazione tira ancora, esportiamo piombo e mafie. In Italia il mercato è saturo. La Comunità europea è uno sbocco naturale.
Un ragazzo di Catanzaro ha scritto a Romano Prodi e al blog una lettera. E’ un segnale di speranza. Ragazzi di Calabria non siete soli.

“Egregio sig. Presidente del Consiglio,
ho ascoltato il Suo appello lanciato attraverso i tg nazionali e rivolto ai giovani calabresi, all’indomani della strage di Duisburg, con cui li esortava a reagire alla N’drangheta. Mi sono sentito chiamato in causa, in quanto giovane e calabrese (ho 34 anni, vivo e lavoro a Catanzaro) perché i fatti di Duisburg mi hanno colpito profondamente e poi perché vorrei lanciare io due appelli: uno ai miei conterranei e un altro a Lei in qualità di capo dell’Esecutivo.
Ai calabresi vorrei dire che noi giovani siamo stufi di subire questo stato di cose e che poiché siamo assolutamente consapevoli che spetta a ciascuno di noi iniziare a dire no, iniziare a difendere questo territorio perché ci appartiene, è arrivato il momento di cambiare registro. Dobbiamo iniziare innanzitutto a percepirci come esseri umani, come cittadini e non come sudditi privi di diritti. Abbiamo il diritto di vivere in una regione civile. E’ emblematico come, ad esempio, quando si parla di turismo nella nostra regione, ci si lamenti sempre della carenze, come l’inquinamento e la disorganizzazione ma anche dei danni all’immagine causati da questi efferati omicidi, solo in funzione dei potenziali turisti come se i residenti non meritassero la stessa considerazione. Non ci lamentiamo perché non ci piace vivere in queste condizioni ma perché nell’eventualità in cui arrivassero dei turisti rischieremmo di fare una brutta figura. E noi che ci viviamo? Non abbiamo diritto di vivere in un territorio civile? Non siamo persone? Come possiamo pensare di avere rispetto per i turisti se non abbiamo rispetto per noi stessi? Una padrona di casa che ama l’ordine e la pulizia non teme di ricevere visite in casa da un momento all’altro.
Il secondo appello Presidente lo lancio a Lei, rassicurandola circa la reazione dei giovani calabresi nei confronti della N’drangheta (che c’è ed è in atto da tempo), perché questa reazione non risulti vana.
I giovani calabresi reagiscono quotidianamente alla N’drangheta nel loro piccolo. Come possono. I giovani calabresi reagiscono alla N’drangheta quando invece di elemosinare un posto di lavoro in cambio del voto emigrano altrove (scelta criticabile ma non condannabile); quando decidono di restare come ha fatto il sottoscritto e creano, insieme con altri giovani, attraverso Internet nuove reti di intelligenza sociale (beppegrillo.meetup.com/191) attraverso le quali diffondere una nuova mentalità nella nostra regione; quando scrivono, come abbiamo fatto di recente, una lettera di solidarietà a Pino Masciari, un coraggioso e onesto imprenditore calabrese dimenticato da tutti (Stato compreso) che si è rifiutato di pagare il pizzo e ha denunciato chi glielo chiedeva ed oggi vive blindato lontano dalla sua amata regione, per farlo sentire un pò meno prigioniero; quando scrivono una mail di solidarietà al sindaco di Falerna, in provincia di Catanzaro, perché per aver fatto abbattere delle case abusive sulla spiaggia del suo comune ha dovuto subire l’isolamento; quando segnalano ai sindaci, come quello di Stalettì sempre in provincia di Catanzaro, pericoli imminenti, in seguito agli incendi che hanno flagellato la nostra bella regione, e restano inascoltati; quando disertano i dibattiti, i convegni, le piazze dove a parlare sono sempre gli stessi politicanti; quando si rifiutano di votare personaggi che da oltre trent’anni siedono sugli scranni del Consiglio Regionale, che hanno contribuito in maniera determinante all’elezione Sua e del Suo Governo e che ambiscono a rappresentare “il nuovo” nel costituendo Partito Democratico; quando creano comitati perché si rifiutano di subire il neo-colonialismo in atto nella nostra regione dove basta aprire un’azienda e tenerla in vita per cinque anni per ottenere i finanziamenti e subito dopo chiudere e licenziare tutti gli assunti o dove, in cambio di una manciata di posti di lavoro, si autorizzano impianti industriali che danneggiano la salute dei residenti; quando non chiedono di usufruire di finanziamenti pubblici e vengono derisi, come è successo al sottoscritto, perché convinti che in un libero mercato compito dell’imprenditore sia quello di assumersi il rischio di investire i propri soldi e non quelli della collettività; quando ideano caparbiamente laboratori teatrali con i giovani delle scuole, come fa con grande difficoltà un mio carissimo amico a Lamezia Terme e in altri piccoli comuni limitrofi, avvicinandoli all’arte e allontanandoli dalle cattive compagnie; quando raccolgono le firme (come faremo l’8 settembre prossimo) per impedire che i condannati in via definitiva siedano in Parlamento; quando attraverso un video-denuncia (pubblicato su You Tube all’indirizzo: http://it.youtube.com/watch?v=hvGaltFZzb4) mettono il dito nella piaga dei mali della propria terra denunciando contemporaneamente lo sperpero di denaro pubblico che la Regione ha avallato finanziando una campagna pubblicitaria che si smentisce quotidianamente da sola. Solo per citarLe alcuni esempi di reazione.
Ma ancora prima di reagire alla N’drangheta i giovani calabresi reagiscono all’ipocrisia che circonda le istituzioni quando si parla di questo annoso tema. Ci sono, infatti, altri giovani in Calabria come il Pubblico Ministero Luigi De Magistris, in forza a Catanzaro e il suo collega Eugenio Facciolla, in forza a Paola, che stanno reagendo da tempo alla N’drangheta indagando sulle commistioni tra mafia e politica. Forse loro hanno reagito troppo. Il dott. De Magistris, infatti, ha dovuto denunciare nei giorni scorsi al CSM alcuni tentativi, da parte dei “poteri forti”, volti a sottrargli le indagini mirando a dimostrare una sua incompatibilità.
Vede signor Presidente, in un mondo come quello attuale, in cui stentiamo a riconoscere in chi ci sta intorno la buona fede, queste persone rappresentano un patrimonio da difendere. I giovani non credono più nella politica perché predica bene e razzola male, perché fino ad oggi sono rimasti sistematicamente delusi ed hanno paura di restarlo ancora una volta. I loro occhi diventano sempre meno ingenui e più critici perché molto meno disposti a sognare senza lasciarsi sfiorare dal dubbio.
Qualcuno pensa che i giovani siano un ottimo argomento per una campagna elettorale ma i giovani sanno riconoscere la sincerità perché quotidianamente riconoscono il tradimento.Il sostituto procuratore Nicola Gratteri, grande esperto di N’drangheta e grande magistrato, ha affermato nel corso di un convegno che per battere la N’drangheta basterebbe qualche modifica al codice penale e cinque anni di tempo. Ha perfettamente ragione. Cosa aspettiamo?
Presidente, lei e la sua maggioranza avete l’opportunità di ottenere con una sola mossa due risultati: sconfiggere la N’drangheta e riacquistare la fiducia dei giovani. Cosa aspetta?L’hanno sempre criticata per la sua incapacità di comunicare, dia una lezione una volta tanto ai suoi denigratori dimostrando che la migliore comunicazione avviene attraverso i gesti concreti, dando l’esempio, e non solamente a parole.” Massimiliano Capalbo, Catanzaro
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