Un ragazzino di nome Francesco è stuprato da un gruppo di pedofili a Barrafranca (Enna). Fotografato. Le immagini diffuse nella sua stessa scuola. Chi sapeva ha taciuto. Il ragazzino si ribella. Viene picchiato. Ucciso con una chiave inglese. 19 colpi. I presunti pedofili sono in carcere in attesa del processo. Cè un unico testimone. E un altro ragazzino che ha visto gli stupri e li ha denunciati. Oggi è isolato. E lui il colpevole. Colpevole di mancata omertà. Gli inquirenti denunciano: una grave situazione di pressione ambientale in atto nel piccolo comune di Barrafranca. Dove sono i 13.115 cittadini di Barrafranca? Dovè il sindaco? Il parroco? La preside?
Il giudice ha trattenuto in carcere i presunti criminali. In Italia i criminali sono sempre presunti, qualche volta prescritti, di rado condannati. Lo ha fatto perchè gli arrestati “potrebbero indurlo a ritrattare”. Ma che paese è mai questo? Sono i presunti pedofili che dovrebbero aver paura a uscire dal carcere. Non il ragazzino a testimoniare.
Un articolo del Corriere spiega tutto. Anche troppo. E un resoconto dellorrore. Qualcosa che non ti fa dormire e ti rende triste. Una tristezza rabbiosa verso unumanità cupa, complice, ignobile. Non lasciamo solo questo ragazzino con il suo coraggio. Non potremo perdonarcelo.
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