Foto: www.figaro.fr
I francesi stanno bruciando le periferie delle città.
E strano dirlo così, ma è vero.
Sono francesi, anche se nati in Francia da immigrati.
Francesi di prima generazione.
Se parliamo di francesi e non di figli di immigrati (le parole cambiano la realtà) forse si riesce a capire qualcosa.
Si capisce allora che non esistono i francesi, ma i francesi bianchi e i francesi mori o neri o gialli e che non sono uguali tra loro per cultura, religione, posizione sociale (egalité),
che i francesi bianchi e quelli di un altro colore non si amano e vivono separati, i primi in città e i secondi nelle periferie (fraternité),
che i francesi sono liberi se possono studiare, se hanno un reddito decente, se hanno un futuro, ma quelli delle banlieue non hanno un futuro (liberté).
Stiamo creando un mondo di diseredati in casa nostra, in Francia come in Gran Bretagna, in Belgio come in Italia.
Lintegrazione è una bella parola, ma di solito porta ai ghetti e chi ci vive, prima o poi, vede come unica alternativa la rivolta sociale.
Importiamo lo squilibrio che abbiamo generato nel mondo e che non è per nulla nelle priorità dei governi occidentali come è spiegato in un filmato censurato di MTV
Se non ci occupiamo della povertà questa si occuperà di noi, mandandoci i suoi figli e i figli dei suoi figli.
E, nel tempo, tante piccole bosnie.