Quanto vale un chilo di cemento? Due patate? Mezzo litro di latte? Un cespo di lattuga?
“….Con lenorme quantità di denaro che, nelle sue varie forme, è in circolazione, abbiamo ipotecato il futuro fino a epoche così sideralmente lontane da renderlo inesistente. Quando ci sarà il collasso e il denaro sparirà, la gente delle città, rendendosi conto che non può mangiare lasfalto, si dirigerà verso le campagne e si assisterà a lotte feroci e sanguinose per il possesso di un po di terra, di un campo di patate, di una mucca per quanto scorreggiante. Tatanga Jota, alias Toro Seduto, ci aveva avvertiti alla fine dellOttocento: “Quando avranno inquinato lultimo fiume, abbattuto lultimo albero, preso lultimo bisonte, pescato lultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”, ma possiamo dar retta a un pellerossa, a un “primitivo” noi che possediamo una scienza che va a ravanare nel genoma pretendendo di scoprire lorigine della vita, talmente colmi della nostra “ubris” da non ascoltare non dico Toro Seduto ma nemmeno Eraclito che nel VI secolo a.C. dice: “Tu non troverai i confini dellanima, per quanto vada innanzi, tanto profonda è la sua ragione”? La crescita non è un bene in sè. Anche il tumore è una crescita di cellule impazzite. Luomo moderno, in preda al proprio delirio di onnipotenza, è impazzito. E lascerà presto il campo a bestie un po più intelligenti. www.massimofini.it” Lalla M., Arezzo
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