Il Nulla avanza e si mangia la realtà. Capannoni, supermercati, aree espositive, autosaloni, seconde e terze case, spazi commerciali, strade asfaltate, palazzine fantasma con le finestre chiuse e cartelli “Vendesi“. Il territorio è omologato, banalizzato e unificato in un unico incubo di cemento. Gli ultimi indios siamo noi, la foresta amazzonica è l’Italia. Quando lultimo albero sarà stato abbattuto, lultimo fiume avvelenato, lultimo pesce pescato, ci accorgeremo che non si potrà mangiare il denaro. La nostra terra vale più del denaro.” proverbio indiano.
Ogni anno cancelliamo 500 km quadrati di suolo (*). Una velocità spaventosa. La Lombardia tira il gruppo con 116 mila metri quadrati al giorno, 4.800 all’ora, 80 al minuto. Un’accelerazione che non conosce limiti in attesa della devastazione di Expo 2015, per ironia dedicato al tema “Nutrire il pianeta“. Dal 1995 al 2009 sono state costruite in Italia quattro milioni di nuove abitazioni. In Liguria tre milioni di metri quadri di territorio se ne sono andati per abitazioni residenziali. Chi torna dopo qualche anno in una qualunque località italiana, da Capo Passero al Brennero, non la riconosce più. Paesaggi millenari sono stati stravolti mentre l’agricoltura scompare. In sole tre regioni,: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lombardia gli spazi agricoli diminuiscono di 9.400 ettari all’anno mentre nei supermercati compriamo pere cilene e pomodori cinesi. Perdiamo due medie aziende agricole al giorno e stiamo azzerando il settore agricolo che esporta ancora 26 miliardi di euro di prodotti all’anno, pari al 13% del PIL. Le case sono costruite senza necessità, finanziate dalle banche, agevolate dai comuni e rimangono vuote. Il cemento a Roma è avanzato del 12% in 15 anni, 4.800 ettari sono stati assorbiti dalla speculazione edilizia, eppure è la città con più case e appartamenti sfitti in Italia.
Il turismo è diventato un affare per i costruttori. Un caso da record è la provincia di Olbia -Tempio cementificata al ritmo di 25 metri quadri per abitante all’anno, sei volte quello già catastrofico della Lombardia. La pianura veneta, una volta granaio d’Europa, è ricoperta di cemento per il 22% e il fondo valle del “virtuoso” Alto Adige per il 28%. La provincia più cementificata d’Italia dove la vista di un prato equivale a una bestemmia è quella di Monza – Brianza con il 50% di terreno urbanizzato. Questo scempio deve finire. Chi costruisce avvelena (letteralmente) anche te. La terra è il vero “bene rifugio“, non il mattone.
(*) La rilevazione della distruzione del territorio italiano è riportata nel Rapporto annuale del Centro di Ricerca sui Consumi del Suolo di INU, Legambiente e del Politecnico di Milano.