Per la prima volta nella storia ci sono più bambini obesi che sottopeso. È quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Unicef “Feeding Profit: How Food Environments are Failing Children”, che raccoglie dati da oltre 190 paesi insieme a fonti come l’Organizzazione mondiale della sanità e la Banca mondiale. Un cambiamento che segna un punto di svolta drammatico nella salute globale.
Nel 2000 circa il 13% dei bambini e adolescenti tra i 5 e i 19 anni era sottopeso e solo il 3% obeso. Venticinque anni dopo la situazione si è capovolta, oggi gli obesi sono il 9,4% mentre i sottopeso il 9,2%. Significa in termini assoluti circa 188 milioni di giovani in condizione di obesità. Il fenomeno non riguarda più solo i paesi ricchi ma si estende a quasi tutte le regioni del mondo, con l’eccezione dell’Africa sub-sahariana e dell’Asia meridionale dove la malnutrizione da carenza rimane prevalente.
La causa principale indicata dal rapporto è la diffusione degli alimenti ultra-processati, cibi economici, pronti e molto pubblicizzati che hanno progressivamente sostituito frutta, verdura e proteine di qualità. Urbanizzazione, facilità di accesso attraverso supermercati e consegne a domicilio, insieme a un marketing mirato soprattutto ai bambini, hanno reso il cosiddetto “cibo spazzatura” onnipresente nelle diete familiari. A questi fattori si aggiunge la crescente sedentarietà, con più ore trascorse davanti a schermi e meno tempo dedicato all’attività fisica.
Se a livello globale l’Unicef sottolinea il sorpasso storico dell’obesità sul sottopeso, l’Italia conferma di avere un problema radicato. Secondo il sistema di sorveglianza Okkio alla Salute e i dati dell’OMS, circa un bambino su dieci è obeso e quasi un terzo è sovrappeso o obeso. Le differenze geografiche sono nette: nel Sud Italia il tasso di obesità infantile raggiunge il 15,7%, mentre al Centro si ferma all’8% e al Nord scende al 5,9%. Le disuguaglianze sociali pesano molto: i bambini con genitori meno istruiti o con meno risorse economiche hanno una probabilità maggiore di crescere in sovrappeso. Anche i comportamenti quotidiani contribuiscono al quadro, una quota consistente di bambini beve regolarmente bibite zuccherate, consuma frutta e verdura con scarsa frequenza e trascorre diverse ore davanti a televisione e dispositivi elettronici. Il confronto con i dati globali mette in luce una differenza importante. In Italia il sottopeso non è oggi un’emergenza significativa, mentre l’obesità e il sovrappeso rappresentano una priorità di salute pubblica. In molte aree del mondo invece la malnutrizione continua a convivere con l’eccesso ponderale, creando un doppio fardello che minaccia intere generazioni.
Per invertire la tendenza servono politiche incisive che vadano oltre la responsabilità individuale. Tassazione dei cibi meno salutari, etichettature più trasparenti, restrizioni alla pubblicità rivolta ai bambini, divieti di vendita nelle scuole e sostegno economico alle famiglie più vulnerabili sono alcune delle misure indicate.





