di Bruno Lombardi – Tutti i santi giorni dobbiamo spostarci in qualche modo per qualche motivo e possibilmente vogliamo farlo salvaguardando il pianeta. Missione impossibile?
La tecnologia, supportata da idealismi ecologici più o meno interessati, ci propone l’auto elettrica. Ma l’acquisto di un’auto elettrica funzionale al solo spostamento fisico è davvero la soluzione? La domanda: “Perché non vi comprate un’auto elettrica? Avreste tutte le comodità a zero emissioni“ è malposta, la questione vera è “a che ci serve un’auto privata, anche se elettrica?”
L’uso di autoveicoli privati deve essere ripensato, immaginare di convertire l’attuale parco mezzi in veicoli a emissioni zero paradossalmente sarebbe un grande spreco di risorse: si utilizzano grandi quantità di materia e energia per una funzione limitata nel tempo e largamente sovradimensionata rispetto alle necessità, poiché spesso i mezzi sono utilizzati per poche ore al giorno e per una sola persona.
Ogni auto, che sia elettrica o a benzina, che sia ferma o in moto, consuma suolo, materie prime e energia. Il suo “zaino ecologico” è pesantissimo: per costruire un’auto di una tonnellata (che sia elettrica o ibrida o a benzina) occorrono grosso modo 25 tonnellate di materiali, 200 tonnellate di acqua e 1,5 tonnellate di petrolio sotto forma di materie plastiche; e tutto questo, alla fine, si trasforma in 4 tonnellate di CO2.
Elettriche, ibride o alimentate mediante carburanti fossili non importa: le auto intasano e sprecano risorse, tempo e spazio.
Diverso è se scindiamo la proprietà dall’utilizzo, le auto elettriche diventano un progresso solo se sono alimentate con energia rinnovabile, se vengono condivise tra più utilizzatori per le esigenze di trasporto e connesse alla rete elettrica quando ferme.
Se poi cominciamo a razionalizzare gli spostamenti muovendo le informazioni a prescindere dalla massa corporea, come ci sta insegnando lo smart working o l’e-learning, l’architrave concettuale della mobilità sostenibile è che il veicolo elettrico da mezzo di trasporto diventa piattaforma tecnologica di interscambio di energia e di informazione
Le città potranno fare sempre di più a meno delle auto, del traffico, degli incidenti, del rumore, dell’inquinamento, della congestione dello spazio pubblico.
Le auto quando in movimento sposteranno persone ed oggetti, quando ferme – la maggior parte del tempo, scambieranno energia e contribuiranno alle community energetiche, magari integrando in modo efficiente isole di generazione da fonti rinnovabili distanti decine e centinaia di km.
Spostiamo elettroni ed informazione, non acciaio, forse il PIL non migliorerà, ma l’Indice di Benessere Economico Sostenibile decollerà!
L’AUTORE
Bruno Lombardi, esperto di energia, titolare della DSI e Direttore di Master “Energia e Mobilità Sostenibile”. Ha lavorato in contesti internazionali per i maggiori gruppi italiani e ricoperto posizioni apicali in tre diverse multinazionali operanti nel campo dell’energia. Attualmente sta sviluppando su Roma, in partnership con Enea ed Enel X, un progetto EU per la realizzazione di un test pilota di Smart Service Station, uno hub di energia per gli EV e di servizi per gli utilizzatori. https://www.linkedin.com/in/bruno-lombardi-b1251317