di Gianluca Riccio – Vi svegliate una mattina e vi accorgete che qualcosa è diverso. Il solito ruggito dei motori è sparito, sostituito dal melodioso canto degli uccelli e dal fruscio delle foglie mosse dal vento. Le strade, un tempo intasate di auto, sono ora un tranquillo via vai di pedoni, ciclisti e veicoli alternativi. Benvenuti in un mondo senza auto, un luogo dove l’aria è più pulita, le città più verdi e la vita più sana.
Ma come sarebbe davvero vivere in un mondo così? E quali sfide dovremmo affrontare per realizzare questa visione? Imbarcatevi in questo viaggio speculativo per scoprire un futuro (forse) possibile.
Un mondo senza auto, possibile & impossibile
L’idea di un mondo senza auto potrebbe sembrare radicale, quasi utopica. Ma in un’epoca in cui affrontiamo sfide ambientali senza precedenti, è un’ipotesi che merita almeno di essere esplorata. Un mondo del genere darebbe priorità a metodi di trasporto sostenibili ed ecologici, trasformando radicalmente i paesaggi urbani e promuovendo un legame più stretto tra gli esseri umani e l’ambiente che li circonda.
I benefici ambientali
Il vantaggio più significativo di un mondo senza auto. Senza dubbio. Fatti fuori i combustibili fossili, le emissioni di carbonio inizierebbero a ridursi drasticamente, così come i 9 milioni di morti all’anno per patologie respiratorie collegate a questo tipo di inquinamento. La qualità dell’aria non è oggetto di dibattito e non conosce fanatici “eco ansiosi” o “negazionisti”. Già solo per questo varrebbe la pena di combattere tutti, senza distinguo ideologici.
Senza contare il fatto che le città senza auto favorirebbero la proliferazione di spazi verdi, promuovendo la biodiversità e offrendo un necessario respiro agli abitanti delle aree urbane. Con meno asfalto e cemento, l’acqua piovana potrebbe essere assorbita meglio nel terreno, riducendo anche i rischi idrogeologici e fornendo meglio le risorse di acqua sotterranea.
Salute pubblica alla riscossa
Siamo una società letteralmente costruita intorno alle auto. Dalle strade alle città, fino allo stile di vita sedentario che ci porta “in dote” problemi di salute come obesità, malattie cardiache e diabete.
Un mondo senza auto spingerebbe le persone ad adottare (di nuovo) modi di trasporto attivi come camminare e andare in bicicletta, incorporando naturalmente l’esercizio fisico nelle loro routine quotidiane. L’aumento dell’attività fisica potrebbe migliorare la salute pubblica, riducendo il carico sui sistemi sanitari e migliorando la qualità generale della vita.
Rafforzare i legami sociali
La prevalenza delle auto ha contribuito all’isolamento fisico e sociale degli individui. Un mondo senza auto favorirebbe una società più interconnessa, incoraggiando le interazioni faccia a faccia e ricostruendo i legami sociali.
I quartieri pedonali diventerebbero la norma, facilitando gli incontri comunitari, le attività commerciali locali e un senso di identità condivisa. Recuperando anche il tantissimo spazio “rubato” ai parcheggi.
Sfide e soluzioni di un mondo senza auto
Sebbene il concetto di un mondo senza auto offra numerosi benefici, presenta anche significative sfide. Una preoccupazione primaria è la necessità di trasporti a lunga distanza, specialmente nelle aree rurali o per i servizi di emergenza. Le soluzioni a queste sfide risiedono nello sviluppo di efficienti sistemi di trasporto pubblico, tra cui treni ad alta velocità e autobus elettrici, e nella promozione di programmi di condivisione dei viaggi.
Inoltre, i governi e gli urbanisti dovrebbero investire nella progettazione di città che danno priorità alla percorribilità e all’accessibilità. Città costruite intorno alle persone, e non intorno alle macchine. Questo comporta la creazione di corsie dedicate per le biciclette, l’espansione delle reti di trasporto pubblico e l’incoraggiamento di sviluppi di uso misto per minimizzare la necessità di viaggi a lunga distanza.
Implicazioni economiche
Il passaggio a un mondo senza auto avrebbe senza dubbio conseguenze economiche monumentali. Sull’industria automobilistica, tanto per iniziare. Un’industria che attualmente impiega milioni di persone, e che dovrebbe trasformarsi del tutto per produrre veicoli, modi e servizi alternativi di trasporto. Il processo provocherebbe uno stravolgimento enorme a breve termine, ma l’emergere di nuove industrie focalizzate su tecnologie verdi e infrastrutture sostenibili potrebbe alla fine compensare le perdite occupazionali.
La visione di un mondo senza auto è un passo radicale, forse ancora impraticabile sul breve periodo, ma sarebbe cruciale per un futuro più sostenibile, più sano e socialmente stimolante. Riducendo le emissioni di carbonio, migliorando la qualità dell’aria, promuovendo la salute pubblica e il senso di comunità, il mondo sarebbe irriconoscibile.
Un mondo senza auto: ci arriveremo?
Niente è per sempre. L’umanità ha usato per centinaia di migliaia di anni i piedi come mezzo di locomozione, poi i cavalli, infine i motori. Sono fasi.
La transizione a un mondo senza auto non è facile e non sarà breve. Abbracciare questa visione ci richiede di ripensare la nostra pianificazione urbana, i sistemi di trasporto e le scelte individuali, portando infine a una profonda trasformazione del nostro rapporto con il mondo che ci circonda. È già successo altre volte, però.
Per questo immaginare un mondo senza auto non è soltanto un sogno, ma potrebbe essere semplicemente una previsione a lungo termine.
L’AUTORE
Gianluca Riccio, classe 1975, è direttore creativo di un’agenzia pubblicitaria, copywriter, giornalista e divulgatore. Fa parte della World Future Society, associazione internazionale di futurologia e di H+, Network dei Transumanisti Italiani. Dal 2006 dirige Futuroprossimo.it, una risorsa italiana sul futuro.