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Parla il Prof. Tamburrino, esperto di mobilità, ha redatto per il Comune di Roma il piano strategico della mobilità: il grande problema della Mobilità Romana, le cui risorse sono prosciugate da una Metro C faraonica quanto antiquata e dannosa, emblema dell’inciucio perpetrato per troppi anni alle spalle dei Cittadini sia da destra che da sinistra.”I romani non ne sanno niente, non sanno, per esempio, che questo cantiere al Colosseo durerà almeno 7 anni, e per 7 anni ci saranno delle ripercussioni fortissime sul turismo.“
Migliorare la mobilità(espandi | comprimi)
Sono Antonio Tamburrino, saluto tutti gli amici del Blog di Beppe Grillo, sono un esperto di mobilità, ho redatto per il comune di Roma il piano strategico della mobilità, credo che sia una tematica fondamentale per il presente e il futuro della città. Per quanto riguarda i sistemi della mobilità Roma è rimasta indietro di un secolo rispetto alle altre capitali europee, quando Parigi, Londra, New York, stavano completando tutta la rete di metropolitane, Roma inaugurava il tram a cavalli, quindi da allora non abbiamo guadagnato il ritardo che avevamo accumulato. Se non risolviamo questo problema continueremo a scivolare verso il sottosviluppo.Oggi nelle grandi metropoli la maggiore parte della mobilità avviene in una rete di trasporto pubblico, sempre più efficiente e funzionale, che non fa assolutamente rimpiangere lauto privata, la mobilità di Parigi, di Londra, ma anche di Madrid e Barcellona arriva a essere per il 75% su sistemi pubblici di trasporto su sede autonoma, metropolitane, Tram, Ferrovie, etc., per cui il trasporto privato pubblico, che è quello che richiede più spazi, che produce più inquinamenti, più incidenti, provvede solo per il 25% del totale della mobilità. A Roma i numeri sono totalmente invertiti, il trasporto pubblico provvede solo per il 25%, quindi bene il 50% della mobilità deve essere trasferito dal mezzo privato a quello pubblico noi abbiamo oltre 700 auto ogni mille abitanti, le metropoli più avanzate ne hanno meno della metà, Roma attualmente ha due milioni di auto, noi dobbiamo abbandonare almeno un milione di auto.
Quindi se si vuole risolvere davvero questo problema bisogna partire con un piano integrato strategico decennale. Bene, già dalla amministrazione di Rutelli si inventò la cosiddetta cura del ferro, il contributo maggiore doveva essere dato proprio della metro Ce tuttavia il calcolo di partenza era già sbagliato, perché rispetto a questo 50% di mobilità da recuperare la metro C nella migliore delle ipotesi avrebbe dato un contributo del 5 o 6 per cento per cui i costi che erano già di un miliardo e 900 milioni, sono più che raddoppiati e non si sa a quanto arriveranno. La coabitazione tra la metropolitana e il patrimonio archeologico è risultata molto difficile, e qui siamo arrivati altre problematiche di questi giorni. La stazione che verrà fatta proprio a altezza Colosseo verrà realizzata scavando la superficie di Via dei Fori Imperiali, che quindi sarà completamente interrotta nella sua prima metà e verrà totalmente smantellata, e poi si richiuderà la strada. Quali saranno le ripercussioni degli scavi per realizzare la stazione della metropolitana sul Colosseo? Non sappiamo, perché non possiamo calcolare con precisione matematica come si assesteranno i terreni, non solo durante la fase di scavo, ma anche nel seguito. Conviene correre questi rischi per mettere a repentaglio il monumento conosciuto in tutto il mondo? Conviene continuare a spendere tutti questi soldi per una metropolitana che non raggiungerà più i suoi obiettivi, perché le altre stazioni nel centro storico non si possono più fare e quindi semmai si continuerà, la metropolitana, passerà al di sotto del centro storico senza avere la possibilità di fermarsi alle stazioni? C’è una infinità di problematiche, di coinvolgimenti, ci sono anche i costi di gestione, una volta costruita, il comune spende un sacco di soldi per lenergia elettrica, consumo di materiale, per il personale, insomma, le metropolitane sono costose, si fanno se vale effettivamente la pena, si dedicano quei pochi soldi disponibili tutti alla metro C poi non ne restano più neanche per riparare le buche, tanto meno per fare altre linee tramviarie e altre sistemazioni di linee ferroviarie. Perché non guardiamo un pochino con uno spirito nuovo tutta questa politica fatta fino a ora dalle giunte di destra e di sinistra, che chiaramente erano dedicate a altri obiettivi, non avevano questa cura del territorio, questo ascolto dei cittadini, questa attenzione ai soldi pubblici. Mi sembra che adesso lItalia stia andando verso una maggiore democrazia. Non cè mai stata una discussione pubblica su questa grande infrastruttura, che interesserà tutta la vita pubblica di Roma, che assorbe buona parte della sua disponibilità di bilancio.
Senza Colosseo per 7 anni(espandi | comprimi)
I romani non ne sanno niente, non sanno, per esempio, che questo cantiere al Colosseo durerà almeno 7 anni, e per 7 anni ci saranno delle ripercussioni fortissime sul turismo, perché per arrivare al Colosseo bisognerà attraversare uno stretto corridoio lungo il cantiere dello scavo e pertanto è presumibile che ci sarà un contraccolpo psicologico. Incredibile come si sia andati avanti e si voglia andare avanti così senza avere una idea generale, senza tenere in minimo conto degli equilibri di bilancio della spesa pubblica, senza coinvolgere i cittadini che sono sia coloro che finanziano con le tasse sia coloro che poi utilizzeranno questa infrastruttura.
Questo è un paese ottocentesco, un paese feudale, dove dominano gruppi di interessi, più o meno legittimi, più o meno riconosciuti, che però nulla hanno a che fare con una organizzazione moderna della società, soprattutto con una città come Roma, che non è solo patrimonio dei romani, ma dellumanità, quindi dobbiamo badare anche alla fruibilità per le prossime generazioni di questo monumento, anziché continuare a sventrare queste strade a metterci i cantieri, bisogna auspicare una pedonalizzazione, una diversa sistemazione delle problematiche di traffico, che pure sono possibili, ci sono metropolitane che possono fare lo stesso servizio della Metro C con ingombri e dimensioni molto più contenute, con costi estremamente più ridotti, con impatti sul patrimonio archeologico molto minori,. Il problema che si crea scavando questo enorme buco dallalto si può praticamente eliminare del tutto scavando la stazione dal basso, dopodiché si mettono ascensori, che è una cosa molto più soft, compatibile, e tutte queste cose che sono fattibili per lo meno dovrebbero essere poste allattenzione dellopinione pubblica, comunque si fa ormai nelle società moderne. Ovviamente non è stato fatto perché a qualcuno non conviene che si faccia, è chiaro no? . Ovviamente però quelli che fanno il buco e vengono pagati al metro cubo vogliono fare il buco più grosso, se questi problemi si discutessero allora io chiederei pubblicamente perché fate il buco grande, ecco, qualcuno mi deve rispondere e così non mi risponde nessuno e quindi non posso controllare! Se anziché andare a questa prospettiva di bloccare il centro storico per sette anni minimo realizzassimo da subito la pedonalizzazione di tutta larea del Colosseo e di Via dei Fori Imperiali, è chiaro che la attrattività e qualità del turismo aumenterebbe enormemente, perché non farlo? Perché fino a ora cè stato un tappo della classe politica, questa è lunica ragione, quindi è lora di cambiare.Noi possiamo fare le metropolitane molto più efficienti e rapide, portiamo le stesse persone ma con un ingombro molto minore, se le scaviamo in questo modo noi evitiamo il grosso problema, che è quello di interferire con lo strato archeologico, ma alla fine se la gente per prendere lautobus ci deve mettere il doppio del tempo uno alla fine prende la macchina, ma se tu hai la metropolitana più un sistema di Tram che ti portano dovunque in città ma perché devi prendere la macchina? E di fatti questo succede, cioè nelle metropoli si vive tranquillamente senza automobili. A Stoccolma l80% del trasporto è ormai trasporto pubblico. E non è che sono masochisti, perché il trasporto pubblico funziona, si è creato un falso mito, si dice che se vogliamo la modernità dobbiamo un pochino sacrificare lo strato archeologico, questo si dice perché cè ignoranza tecnologica, perché se invece facciamo le metropolitane e le facciamo in una profondità che va al di sotto dello strato archeologico, è che non vanno a disturbare la falda idrica, non cè più questo conflitto, o larcheologia o la modernità, anzi diventano perfettamente conciliabili. Il problema è che per fare queste opere tecnologiche ci si deve rivolgere a gente che ha questa tecnologia e non ha molto interesse a opere civili a grandi scavi e grandi opere, è chiaro che queste imprese non sono quelle locali, non sono quelle che entrano nel potere politico e economico romano e italiano. E i politici ovviamente tendono a essere molto più vicini ai gruppi di imprese che guardano sostanzialmente le opere civili e non alle imprese che sviluppano di più la tecnologia, e che non sono locali. Per cui poi abbiamo visto che per realizzare una linea di filobus non è che si scelga il migliore filobus, si sceglie la mazzetta migliore, questo è ormai venuto alla luce, e allora questo circolo vizioso va rotto, e va rotto attraverso, ovviamente, una nuova classe politica, che non sia più implicata in questa rete di connivenze e responsabilità, che lasci spazio alle persone competenti, meritevoli, e una nuova classe politica che scelga un processo decisionale con il coinvolgimento dei cittadini e questa è la grande svolta che ci vuole in tutto il paese, ma in particolare a Roma, e è quello che fino a ora manca e quindi fino a che si continua a esserci alternanza tra destra e sinistra non usciamo fuori da questa logica. E un circolo che si chiude, vizioso, dove poi le decisioni si prendono lentissimamente, i costi alla fine sono sempre molto alti, i servizi che si rendono al cittadino sono di scarsissima qualità. E questo è fondamentalmente il contrasto che si ripete ovunque, risulta in maniera ancora più decisiva a Roma, perché Roma ha tutto questo patrimonio e storia, tutte queste possibilità di sviluppare, di creare ricchezza, però bisogna farlo in modo moderno, efficace, nella classifica internazionale delle città turistiche perde terribilmente posizioni, ultimamente è stata scavalcata anche da Istanbul, leconomia romana è povera, perché anche il turismo è un turismo mordi e fuggi, una volta che ha visto fugacemente tutti questi monumenti della antichità va via, non è una città accogliente, dove vi sono eventi di cultura, non è una città in cui si produce tecnologia, si produce know how, non è una città in cui ci sono atenei di rilevanza mondiale, non ha nulla di tutto questo, mentre ha tutte le caratteristiche per essere un luogo residenziale unico al mondo, ma naturalmente con il traffico caotico, con lo smog, il pericolo di girare per le strade, è chiaro che non può diventare una città residenziale per attirare ingegni, per attirare nuove idee e imprenditori, cosa che è stata invece Roma nei tempi in cui era caput mundi e così è diventata caput mundi, perché riusciva a attirare tutti gli ingegni di qualsiasi parte dellimpero, e oggi non è così, ma non è così non perché non è possibile, perché non riesce a valorizzare questo patrimonio.
Quale è il problema? È che abbiamo una classe politica assolutamente non allaltezza, richiusa su se stessa, che bada sostanzialmente ai suoi circuiti elettorali elettivi e non ha nessuna prospettiva per il futuro di questa città. E questa situazione è materializzata dal caso della metro C, non abbiamo un segno di modernità nella progettazione, nellorganizzazione del consenso dei cittadini, nella attenzione alle problematiche finanziarie e economiche, non abbiamo nulla di tutto questo e proprio di qui che ci dovrebbe essere la svolta, per questo ritengo che la Metro C sia una questione fondamentale se non abbiamo una nuova visione su questo, non ci sarà una speranza di un risveglio della città, è una città che rispetto al progresso delle altre capitali sarà sempre più attardata, sempre più sottosviluppata, se vogliamo accettare questo destino restiamo così, altrimenti iniziamo a rendere pubblica questa problematica, a discuterne, a proporre soluzioni alternative, a sentire il parere delle persone, insomma, iniziamo a essere anche nella gestione politica una città moderna. Prof. Antonio Tamburrino, esperto di mobilità