di Virginia Raggi – La “guerra dei rifiuti” si combatte ogni giorno. E non ci tiriamo indietro, malgrado ostacoli e difficoltà a volte inaspettati.
In queste settimane mi sono rivolta a cittadini, istituzioni, dipendenti di Roma Capitale e della società che raccoglie i rifiuti a Roma: dobbiamo unirci e reagire insieme.
Una chiamata alle armi dopo che due dei quattro impianti di trattamento e raccolta dei rifiuti di Roma sono andati in fiamme negli ultimi tre mesi, 600 cassonetti sono bruciati in due anni, un’isola ecologica è stata incendiata.
Voglio raccontarvi quello che ritengo un importante traguardo: abbiamo riscritto il contratto di servizio tra Roma Capitale e l’Ama, la società che raccoglie e tratta i rifiuti di Roma.
Il contratto di servizio è l’accordo alla base del quale il Comune di Roma Capitale, ovvero tutti i cittadini, garantisce la raccolta della spazzatura. Per decenni il pagamento dei premi ai dirigenti non è mai stato legato alla reale pulizia della città ma solo all’utile di esercizio: se il bilancio di Ama finiva in attivo, i dirigenti venivano premiati.
Noi – dopo due anni e mezzo di battaglie in azienda e una serie di Consigli di Amministrazione cambiati – siamo riusciti ad imporre questa clausola: i dirigenti, che prima venivano premiati in base ai freddi numeri di bilancio, ora dovranno fare i conti con la reale pulizia della città. In qualsiasi città d’Italia sarebbe scontato, ma a Roma non era così.
Tante cose che abbiamo trovato non erano così. Le stiamo cambiando ma il sistema si oppone. Ci vorrà del tempo affinché tutto funzioni ma voglio che sia chiaro: non siamo mai rimasti con le mani in mano.
Ci scusiamo perché sino ad oggi le persone che abbiamo mandato in Ama erano partite bene ma si sono perse lungo il tragitto. Per questo non potevano restare lì. Con questo contratto si cambia prospettiva. Ma invito tutti i cittadini ad esserci vicini. I cambiamenti epocali comportano sacrificio e l’impegno di tutti. Ci sarà chi si ribellerà ma noi dobbiamo andare avanti.
In questi due anni abbiamo avviato la raccolta “porta a porta” per oltre 280 mila persone riducendo i volumi di spazzatura che sono alla base di quella che ho definito la “guerra dei rifiuti”.
Un’altra cosa che forse va ricordata è che, grazie alla lotta all’evasione tariffaria, siamo riusciti a diminuire la tariffa sui rifiuti (Ta.Ri.) per tre anni consecutivi: per l’anno 2019 la riduzione andrà a vantaggio delle utenze non domestiche – bar, ristoranti, imprese ed esercizi commerciali – con una diminuzione media del 6,1% in bolletta rispetto al 2018, grazie ai 16,5 milioni di euro recuperati dall’evasione.
C’è poi una questione culturale. L’azienda da sola non può state dietro a tutti gli “zozzoni”: quegli incivili che sporcano la città lasciando rifiuti in strada e che infangano l’immagine della maggioranza di noi romani.
Questa è una lotta che si porta avanti mettendo insieme Ama, Polizia locale e tanto senso civico in più che porti ogni cittadino a sentire come offesa personale l’insozzamento di Roma da parte di chiunque altro. Il 30% di coloro che abbiamo fermato e multato viene da fuori città.
Quando ero piccola ricordo una bruttissima battuta: traduceva SPQR in Sono Porci Questi Romani. Noi dobbiamo assolutamente cambiarla in “Sono PULITI Questi Romani”, ma dipende solo da ciascuno di noi.
#InsiemeCeLaFacciamo