La popolazione in calo o in crescita? Nel 2050 il numero di abitanti del mondo sarà definito da tre miliardi donne. Se una donna su due deciderà di avere tre figli anziché due, la popolazione crescerà fino a 27 miliardi. L’ipotesi migliore è che, in media, una donna abbia 2,1 figli (tasso di fertilità) e che la popolazione si stabilizzi. Comunque, se una donna su due deciderà di avere solo un figlio e non due, la popolazione mondiale precipiterà a 3,6 miliardi. Piccoli cambiamenti nelle motivazioni delle persone possono tradursi in cambiamenti numerici enormi.
Le imprese adducono lo spauracchio della crescita per giustificare rischiosi esperimenti con le sostanze chimiche e coi geni, e i poli tici giustificano la crescita economica come necessaria per controllare la popolazione.
Nel passato alcune società stanziali hanno capito il concetto di “portata”: la capacità del loro ambiente di sostenere per un periodo lungo la qualità della vita desiderata. Per esempio, i primi coloni americani avevano famiglie più numerose dei loro parenti nell’affollata Europa perché l’agricoltura e programmi di aiuti liberarono le famiglie da ogni vincolo e ci si sentì liberi di fare più figli. Le aspettative di vita più rosee e la riduzione della mortalità infantile determinarono il boom della popolazione. Oggi siamo di fronte a un paradosso: la speranza di avere cibo garantito ha fatto crescere la popolazione mondiale, ma non ci sono mai state tante persone che soffrono la fame come oggi.
Nell’arco di migliaia di anni il numero degli abitanti è cresciuto in modo molto graduale. Poi, in seguito alla Rivoluzione Industriale, il tasso di crescita si è improvvisamente impennato, in particolare a partire dal 1950.
Dagli anni Settanta, tuttavia, in molte parti del mondo c’è stata di nuovo una sua graduale diminuzione. Di solito il modo per prevedere gli sviluppi futuri è indovinare i tassi di fertilità e dare per scontato che, visto che in passato sono sempre cresciuti, continueranno a farlo anche in futuro, ma si stabilizzeranno a tempo debito.
I demografi usano anche la tecnica che consiste nell’applicare equazioni matematiche alle tendenze del passato. Questo genera un effetto allarmante. Il grafico si stabilizza nell’arco di 20 anni, ma poi precipita ai livelli dell’epoca pre-industriale.
La diminuzione della fiducia nell’economia potrebbe provocare una percezione pessimistica delle prospettive future da parte dei genitori, riducendo così il tasso di fertilità. E il surriscaldamento del pianeta, la diffusione di malattie tropicali e la crescita dei conflitti fanno prevedere l’innalzamento del tasso di fertilità. Queste tendenze sembrano confermare le teorie matematiche. Oggi, oltre 50 nazioni hanno tassi di fertilità al di sotto della soglia di stabilità e in altri Paesi si stanno riducendo. Man mano che la popolazione invecchia, i Paesi ricchi entrano in competizione per assicurarsi immigrati in età lavorativa dai Paesi poveri.
La crescita notevole della popolazione durante il secolo scorso può essere stata un fenomeno temporaneo, favorito dall’accesso all’energia a basso costo dalla quale dipende quasi tutta la nostra tecnologia. Il diagramma relativo alla popolazione potrebbe finire per ricordare quello a campana che descrive l’estrazione del petrolio. A tempo debito la popolazione potrebbe tornare a un livello che rientra nella portata del pianeta.
Tratto da “Salva la terra” di James Bruges (2004)