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Passaparola – Forteto, la comunità degli abusi, di Francesco Pini e Duccio Tronci

beppegrillo.it - Agosto 31, 2015

L’inizio della predicazione di Rodolfo Fiesoli risale agli anni 70, poi nel 1977 la nascita del Forteto e già alla fine del 1978 il primo arresto di Rodolfo Fiesoli e di Luigi Goffredi, altra persona di spicco all’interno del Forteto. Poi nel 1985 una sentenza di condanna definitiva che per Rodolfo Fiesoli riguardava anche degli aspetti specifici e molto gravi, il fatto di avere masturbato un minorato psichico alla presenza di un minore, questo accertava la sentenza definitiva. Quella del Forteto è una macabra storia italiana. Ne abbiamo parlato con Francesco Pini e Duccio Tronci, autori del libro Setta di Stato.

“Un saluto agli amici del blog di Beppe Grillo. Abbiamo deciso di scrivere questo libro perché questo ci consentiva di raccontare una storia che ci pareva allucinante e che avesse bisogno di mettere insieme i fatti dalla nascita del Forteto, dalla sua genesi fino a oggi. Il 17 giugno 2015 il Tribunale di Firenze ha emesso una sentenza di primo grado che condanna 16 persone per i fatti avvenuti nella Comunità del Forteto, la condanna più grave riguarda Rofoldo Fiesoli il profeta, il guro della comunità che è stato condannato a 17 anni e mezzo.
Il Forteto nasce come un tentativo di giovani, in un periodo post sessantottino di rompere con gli schemi, con le consuetudini di una società borghese, di famiglie borghesi, come un atto di ribellione. Il sogno è quello di vivere una vita da persone libere, non ancorate all’ambizione dell’ascesa sociale e della ricchezza a tutti i costi e dell’attenzione al prossimo. Ma al Forteto cosa trovano? Trovano una realtà diversa, una realtà che possiamo sintetizzare con la parola “setta” come facciamo nel titolo. Ci sono una serie di regole: il taglio completo dei legami con l’esterno, a partire dalla madre, il padre, i fratelli, gli amici e poi via, via a cascata tutto il mondo al di fuori, il mondo che Fiesoli diceva “Il mondo fuori è merda!”. La separazione dei sessi ovvero nella filosofia del Forteto il confronto si fa con persone dello stesso sesso, uomini con nomi e donne con donne, non ha molto a che vedere con l’omosessualità o comunque con le tendenze sessuali, il rapporto uomo-donna è quello che poi ti porta a fare una famiglia, uno dei rapporti più solidi che potrebbe potenzialmente mettere anche a rischio una leadership all’interno di una setta. E poi, l’altro elemento della filosofia Forteto, è quello del “chiarimento”, una sorta di pubblico processo, è un confronto quello con uomo – uomo che ti porta in molti casi dritto nella camera di Rodolfo Fiesoli, che all’interno del Forteto viene considerato come l’unico puro, l’unico in grado di insegnarti un amore che è libero dal fardello della materialità e della “merda del mondo esterno”.

Gli affidamenti al Forteto sicuramente venivano fatti nell’ottica della cosiddetta famiglia funzionale: due persone, un uomo e una donna, che si costituivano appositamente per accogliere quell’affidamento. I servizi sociali, nei controlli effettuati al Forteto, identificano come padre e madre di quei bambini affidati due persone diverse da quelle che sono indicate nell’affidamento.
La storia del Forteto, fin dall’inizio, è anche la storia d’intrecci e di ricerca di sponsor, di sponde politiche di primordine, sul fronte democristiano, nei primissimi anni e poi, invece, più nel mondo della Sinistra. Sono tanti i politici che negli anni sono passati dal Forteto anche solo per campagna elettorale; sono elencati in un documento ufficiale, la Relazione finale della Prima Commissione d’inchiesta della Regione Toscana, si leggono nomi come Massimo D’Alema ma anche Tina Anselmi lo stesso Antonio Di Pietro, che ha firmato la prefazione di un libro sul Forteto. La cosa che più impressiona, al di là delle campagne elettorali, è proprio come se ci fosse un muro di gomma a livello politico – istituzionale, che respingeva ogni tentativo di denuncia, di fatto la sentenza della Corte di Strasburgo non ha prodotto risultati.

Gli stessi meccanismi che vedevano il condizionamento di politici o, anche, in ambienti della Magistratura o dei servizi sociali, nei confronti del Forteto, coinvolgevano anche i giornalisti. I giornalisti si chiedevano: perché dovrei scrivere una cosa sul Forteto se poi posso avere dei problemi? Nel salotto di Bruno Vespa, lo stesso conduttore, in apertura di trasmissione, quando stava per raccontare le vicende che avevano portato poi alla sentenza nella Corte Europea, racconta di non avere mai subito tante pressioni per non fare quella trasmissione, come in quell’occasione. Bruno Vespa, chiamato a testimoniare a processo da alcune parti civili, non è stato ammesso come teste in aula e, quindi, non ha potuto spiegare al Tribunale, quale fosse il motivo o soprattutto chi avesse fatto quelle pressioni per non fare quella trasmissione.
Papa Francesco non ha mai speso una parola. Certamente la posizione della Curia è cambiata con il passare degli anni e negli ultimi anni anche l’Arcivescovo Betori ha chiesto scusa alle vittime del Forteto, per il fatto che la Chiesa non si fosse spesa abbastanza per questa vicenda e che non avesse fatto abbastanza per questa vicenda.
I passaggi che politicamente sono importanti, l’abbiamo detto e lo ripetiamo, sono da una parte la scelta coraggiosa di mandare un commissario e commissariare la cooperativa, dall’altra quella delle commissioni d’inchiesta, di fare quella a livello regionale ma di farne una anche a livello parlamentare.

Il Forteto, oggi, continua a essere una cooperativa florida, una realtà economica importante.
Sappiamo per certo che ancora oggi, nel 2014, il Forteto fattura 18 milioni di Euro l’anno, ha circa 100 dipendenti e 150 soci.
Ma ci si domanda ancora cosa accade all’interno del Forteto, è difficile capirlo, è difficile parlare con le persone che ancora vivono nella comunità, si può parlare invece con quelle persone che hanno denunciato, che sono fuoriuscite dalla comunità e che ancora lavorano lì dentro e raccontano una situazione insostenibile. Seppure il Consiglio di Amministrazione è stato cambiato, 4 componenti su 5 del Cda sono stati testimoni della difesa, quindi hanno testimoniato a favore di Rodolfo Fiesoli e degli altri imputati al processo che si è appena concluso e quindi la situazione continua a essere molto delicata in termini di diritti delle persone che lavorano al Forteto e hanno denunciato di fatto chi ancora comanda il Forteto nella cooperativa. Passate parola!”.

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