“Ho perso mio papà, ma non in senso fisico. Prima dei referendum ho chiesto a tutti di andare a votare. L’unico su cui nutrivo dei dubbi era proprio mio papà (65 anni). Con lui ho giocato il jolly: gli ho detto “per favore vai a votare sì contro il nucleare, fallo almeno per i tuoi nipoti (i miei figli, uno di 4 anni e l’altra di 8 mesi)”. Lì per lì non ha detto niente e io non ho insistito. All’indomani delle votazioni, mio fratello (che vive ancora con i miei genitori), mi ha detto di aver visto mio papà versare lacrime per quello che gli ho detto riguardo ai suoi nipotini, ma non è andato a votare. Mio papà “è leghista”, e per me ha perso il lume della ragione. Lui e mia mamma mi aiutano con i bambini, ce li tengono per giornate intere quando io e mia moglie lavoriamo. Ma mio papà è diventato pericoloso per il loro futuro e per quello dell’Italia. In queste condizioni mi chiedo come si possa far votare (o non-votare) persone come lui…”. Alberto C.
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