Odio il vino, quello “buono”.
Il vino barricato con retrogusto di muschio, il vino degustato non bevuto, il vino tenuto in bocca, il vino fatto respirare.
Questo vino lo odio con tutte le mie forze.
Odio il vino prodotto dai Panerai, Rotschild, con le cantine fatte dai grandi architetti Botta, Weber, Yokonimo, Rikowski.
Cantine arredate, attrezzate a sala congressi, con sopra un Relais Chateaux con 50 camere lusso.
Odio le vigne perfettamente allineate, senza un filo d’erba superfluo.
Odio lo spreco delle bottiglie di vetro, belle, strardinarie, e buttate vie dopo l’uso.
Odio il tappo di silicone.
Odio i grandi intendiori.
Odio tutto ciò che gravita intorno al vino: le riviste, le trasmissioni televisive, i sommelier, gli accessori.
Il vino buono è un’altra cosa.
Stanno arrivando i vini australiani, cileni, californiani, ottimi ed economici.
Il vino dai 20 euro in su va odiato.
Quando andate al ristorate portatevelo da casa, la legge lo consente.
Mi raccomando solo di non farvelo stappare, altrimenti vi applicano un servizio stappo che vi rovina.