Siamo di fronte a una realtà che ben conosciamo e che non possiamo più ignorare. Secondo il recente rapporto di Oxfam, presentato in occasione del World Economic Forum di Davos 2025, la ricchezza dei 71 miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro nel 2024, raggiungendo un totale di 272,5 miliardi. Questo significa che ogni giorno questi pochi fortunati hanno visto crescere le loro fortune di circa 167 milioni di euro. Dall’altra parte, oltre 2,2 milioni di famiglie, pari a 5,7 milioni di persone, vivono in condizioni di povertà assoluta. Questo dato rappresenta quasi il 10% della popolazione italiana.
Ma le disuguaglianze non si fermano qui. Il 5% più ricco delle famiglie detiene il 47,7% della ricchezza nazionale, mentre il 60% più povero ne possiede appena il 14,8%.
Ecco i primi 10 miliardari italiani secondo la classifica stilata da Forbes nel 2024:
- Giovanni Ferrero – Settore: Alimentare (Ferrero)
- Andrea Pignataro – Settore: Finanza (IHS Markit)
- Giorgio Armani – Settore: Moda (Armani)
- Giancarlo Devasini – Settore: Criptovalute (Tether)
- Piero Ferrari – Settore: Automobilistico (Ferrari)
- Massimiliana Landini Aleotti & famiglia – Settore: Farmaceutico (Menarini)
- Miuccia Prada – Settore: Moda (Prada)
- Patrizio Bertelli – Settore: Moda (Prada)
- Berlusconi & famiglia – Settore: Media e Finanza (Fininvest)
- Augusto & Giorgio Perfetti – Settore: Dolciumi (Perfetti Van Melle)
Per quanto riguarda la povertà, il Rapporto 2024 di Caritas Italiana, intitolato “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza”, evidenzia che la povertà assoluta interessa oltre 5,7 milioni di persone, quasi un decimo della popolazione italiana.
Alcuni dati salienti:
- Aumento delle povertà croniche e intermittenti: dal 54,7% al 59%.
- Crescita del disagio psicologico e psichiatrico: dal 2022 al 2023, il numero di persone affette da depressione o malattie mentali è aumentato del 15,2%.
- Difficoltà abitative: in Italia, un milione e mezzo di famiglie vive in abitazioni sovraffollate, poco luminose e senza servizi come l’acqua corrente in bagno. Il 22,5% delle famiglie fatica a pagare le rate del mutuo, l’affitto o le bollette.
Da anni sosteniamo con convinzione l’implementazione di un reddito di base universale. Questa proposta, che abbiamo più volte discusso, potrebbe rappresentare una svolta significativa nella lotta contro povertà e disuguaglianze. Ora, immaginiamo se uno dei nostri principali imprenditori, come Giovanni Ferrero, Giorgio Armani o Piero Ferrari, decidesse di destinare una parte della propria ricchezza per finanziare un progetto pilota di reddito di base in un comune italiano. Questo gesto non solo dimostrerebbe un impegno concreto verso la riduzione delle disuguaglianze, ma potrebbe anche stimolare altri esponenti dell’élite economica a seguire l’esempio, creando un effetto moltiplicatore di solidarietà e responsabilità sociale.
La filantropia ha già mostrato il suo potenziale in Italia. Secondo una ricerca condotta da Fondazione Bracco, Fondazione Sodalitas e Percorsi di secondo welfare, nel nostro Paese sono state censite 111 fondazioni nate da imprese che realizzano e finanziano progetti sociali. Queste fondazioni hanno dimostrato come il settore privato possa svolgere un ruolo cruciale nel promuovere il benessere collettivo e affrontare le sfide sociali. Un progetto pilota di reddito di base universale finanziato privatamente potrebbe fornire dati preziosi sull’impatto di tale misura, offrendo indicazioni utili per eventuali implementazioni su scala nazionale. Inoltre, rafforzerebbe il legame tra il mondo imprenditoriale e le comunità locali, promuovendo una cultura di responsabilità condivisa e solidarietà.
È il momento di pensare in modo creativo e coraggioso. Un’iniziativa come questa potrebbe rappresentare un passo avanti significativo nella lotta contro la povertà e le disuguaglianze, dimostrando che, insieme, possiamo costruire un futuro più dignitoso per tutti.