Le stazioni si sono trasformate in baracconi pubblicitari. Moretti si dedichi ai treni in orario e non ai centri commerciali.
“Mi sembra di vivere in un incubo. Lavoro alla Stazione Termini. Da un po’ di tempo la stazione è letteralmente invasa da pubblicità VIDEO-SONORE assordanti e ripetitive trasmesse dai 300 monitor che Grandi Stazioni ha dislocato ovunque. Non c’è un angolo dove non arrivino i jingle delle pubblicità. Da una parte sono letteralmente frastornato, dall’altra arrabbiatissimo e contrariato. Mi chiedo come possano questi signori rifilarmi le loro pubblicità sonore senza la mia volontà in uno spazio pubblico. Gli spot sono organizzati in gruppi di tre, quattro al minuto, per una durata di 15-20 secondi ognuno. Va da sè che in un’ora io e i miei colleghi dobbiamo sorbirci fino a 240 jingle, moltiplicato per sette ore lavorative. Io, che non ho neanche la televisione, non voglio sorbirmi i messaggi pubblicitari di questa bacata società. Il massimo è che, mentre ti scrivo, uno di questi spot riguarda la “geniale” pubblicità sulla SICUREZZA SUL LAVORO, che come sai, LA PRETENDE CHI SI VUOL BENE…in quei momenti si fa più forte la mia voglia di AFFERRARE QUALSIASI COSA e PRETENDERE LA MIA SICUREZZA sul lavoro. So che non sono il solo che sta impazzendo a causa di questo problema, ma che anche alcuni comitati di pendolari si stanno muovendo. Ti scrivo perchè questi signori fanno i forti con i deboli, ma basta un giornalista o un articolo di giornale per fargli abbassare le corna, per farli prostrare, facendogli assumere la posizione che prediligono. Ti saluto, e mi scuso per lo sfogo…..”. Andrea M.
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