di CSB – Il Centro Studi Blog di Beppe Grillo si è adoperato in un difficile lavoro di analisi formal-contenutistica del verbo di Nicola Zingaretti. Il neo segretario è stato recentemente intervistato da Fabio – va bene tutto – Fazio. L’analisi ha comunque trascurato il cosiddetto “effetto Fazio.” Si tratta di un fenomeno, generato da certi intervistatori, tendente a determinare nell’intervistato la sensazione di poter dire qualsiasi cosa ed in qualunque forma, anche la più sgrammaticata. Davanti a questi intervistatori è possibile liberarsi da qualunque coerenza rilassandosi come in una SPA per cervelli di politici.
Il computer ha selezionato il frammento più chiaro dell’intervista, che riportiamo con alcune osservazioni ed i relativi riferimenti numerici.
“Io dialogo tutti i giorni con gli elettori dei 5 stelle perché io ho un grandissimo rispetto con (1) chi ha votato 5 stelle … ho un grandissimo rispetto con (2) chi ha votato lega. Non penso che coloro che non ci votano hanno sbagliato loro (3), evidentemente c’è un problema nostro (4), ma non credo sia possibile un’alleanza con il partito dei 5 stelle, primo perché è totalmente complice, purtroppo, dello sfascio (5) di questo paese. E poi credo che dopo questo governo parlamentare (6) che sta portando l’italia al fallimento il paese (7)… deve tornare a dare la parola ai cittadini perché sarebbe interpretata come una paura dell’opinione degli italiani. Non bisogna avere paura invece (8), di dire agli italiani: abbiamo capito, c’è un enorme problema, siamo cambiati, ora costruiamo un’alternativa credibile”
1) “Rispetto con” è un errore se riferito a qualcuno diverso da… non è dato saperlo.
2) La ripetizione di “rispetto con” forse era tesa a non preferire i primi rispetto ai secondi (o viceversa) perché nessuno possa sentirsi offeso, oppure conferma l’errore. Secondo una visione più pragmatica, la ripetizione di due errori identici a 12 parole di distanza potrebbe essere un messaggio in codice segreto rivolto a qualcuno.
3) “coloro … hanno sbagliato loro” potrebbe trattarsi di una licenza poetica per cercare la rima, un istinto per la prosa represso, che trova sfogo soltanto ora, dopo le primarie.
4) “evidentemente c’è un problema nostro” questa frase, apparentemente grossolana, ci avvicina all’animo più profondo di Nicola: mai negare l’evidenza, limitarsi a sfiorarla.
5) “complice …. dello sfascio di questo paese”: è evidente che qui si vuole personalizzare lo sfascio. Difficile, infatti, essere complici con un evento, a meno di non tentare di farlo sovrapporre con l’idea di un soggetto. Lo sfascio di questo paese come persona insomma. Dopo 4 strafalcioni siamo di fronte ad una potenziale raffinatezza logica, qualcosa che potrebbe arricchire la filosofia contemporanea.
6) “…dopo questo governo parlamentare che sta portando l’Italia al fallimento…”: qui il nostro sfoggia la sua cultura costituzionale ricordandoci che l’Italia vede come suo sovrano il parlamento. Seguita subito da un soggetto “il paese”
7) “il paese” come soggetto “deve tornare a dare la parola ai cittadini… perché sarebbe interpretata come una paura dell’opinione degli italiani”: compare un altro soggetto, il paese, che deve dare la parola a se stesso (in quanto costituito da cittadini). Passaggio di più difficile interpretazione, in cui divampa un cambiamento di genere, dal maschile al femminile: “perché sarebbe interpretata” seguita, dopo la mancanza di un soggetto, “come una paura degli italiani”. Alcuni autori definirebbero questo passo un’insalata di parole, ad avviso di chi scrive siamo di fronte ad un polpettone concettuale all’insegna delle famose mani: una davanti e l’altra di dietro. Una istintuale chiamata alle urne per non essere additati come vigliacchi? Magari per non rischiare di perdere la cittadinanza. Altri dichiarerebbero lo stato di caciara espressiva. Di certo è scomparso un soggetto: Zingaretti stesso, la cui cautela è tale da fargli dire che il passaggio per le urne non sarebbe effetto della volontà di nessuno, neppure la sua. Semplicemente lo farebbero gli italiani per non avere paura della loro stessa opinione come segue subito dopo.
“non bisogna avere paura, invece”: qui Zingaretti impone una sorta di neutro perpetuo evitante, una forma che mantiene la tensione… determinando nell’ascoltatore un senso di urgenza. Una suspense abile, una manipolazione per confusione, uno stato sospensivo della logica, un vero Shut Down cerebrifugo, ipnotico e disorientante, che richiama i cervelli a cercare la conclusione; qualunque essa sia!
9) E qui interviene paterno per tranquillizzare gli animi: “…abbiamo capito, c’è un enorme problema, siamo cambiati…” Ed ecco scovato il perché di questa inquietante sequenza di assenze e over-presenze di soggetti, congiuntivi, certezze di genere, verbi sino alla progressiva, psichedelica, mancanza di un filo conduttore.
Arrivare al “siamo cambiati” semplicemente perché al posto di Renzi/Martina adesso c’è lui. Insomma un discorso autocentrato in incognito, senza quasi mai dire io (tranne che nella prima frase).
Conclusioni.
Si tratta di un testo selezionato da una intervista molto più ampia in virtù della maggiore comprensibilità rispetto al restante materiale. Dal testo sono state rimosse le frasi pronunciate da Fazio dal momento che il nostro sistema esperto non le ha riconosciute come domande. Anche per questa ragione siamo in difficoltà nel presentare delle conclusioni, infatti potremmo interpretare l’assenza assoluta di contenuti come un effetto della presenza di Fazio con l’espressione di uno che sta facendo la solita coda Savona-Albissola. Insomma, se per “intervista” si intende andare a dire quel cazzo che ti gira per la testa a casaccio, sarebbe opportuno avvisare l’intervistato. Non possiamo, infatti, escludere che l’assenza di contenuti possa essere motivata dal contesto. Una sorta di horror vacui che abbia disorientato lo Zingaretti come uno studente universitario inascoltato all’esame di filosofia teoretica.