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“Serve il federalismo fiscale altrimenti l’Italia fa la fine della Grecia, è assolutamente necessario.” Lo ha detto Bossi, senza aggiungere che con il federalismo fiscale, di cui nessuno ha calcolato i costi, faremo invece la fine dell’Argentina. La scelta è difficile, fallire subito o rimandare? Le agenzie di rating hanno declassato i titoli di Stato greci a spazzatura. Il debito della Grecia non ha più mercato, i suoi titoli sono invendibili. Li possono comprare solo banche greche su ordine del Governo centrale.
Senza il ricorso al debito, la Grecia può invocare unicamente la carità degli altri Stati per non fare bancarotta e dichiarare il suo debito insolvibile con l’uscita obbligatoria dall’euro.
L’elemosina, comunque insufficiente, tarda però ad arrivare, un aiuto stimato in 45 miliardi di euro per non fallire subito. La Grecia ha necessità di reperire 160 miliardi di euro per i prossimi tre anni solo per finanziare gli interessi sui titoli di Stato emessi, pagare i titoli di Stato in scadenza e il disavanzo annuo tra entrate e uscite. Il prestito di 45 miliardi sarà finanziato dal Fondo Monetario Internazionale per 10/15 miliardi e da alcune nazioni europee, tra queste la Germania con 8,4 miliardi e l’Italia con 5,5 miliardi (quasi il triplo dell’Olanda e più della Spagna con 3,7 miliardi).
L’86% dei tedeschi è contrario al prestito, non vuole pagare per la finanza allegra di altri Paesi. Tremorti invece è entusiasta, il parere degli italiani non è noto anche perché nessuno li ha interpellati. La Merkel, prima di consegnare i soldi dei tedeschi al primo ministro greco George Papandreou vuole avere la rassicurazione che la Grecia metterà a posto i suoi conti. Tremorti ha invece fretta di erogare il prestito per paura che il fuoco divampi. La Grecia, infatti, è vicina. Il nostro debito pubblico è di circa 1.800 miliardi, nei primi mesi del 2010 è aumentato di più di 30 miliardi, il tasso di disoccupazione italiano è comparabile a quello greco, il saldo import/export 2009 è stato negativo per circa 280 milioni di euro, mentre nel 2008 era positivo per 10 miliardi. Le entrate fiscali sono in diminuzione mese dopo mese, la spesa pubblica è in continuo aumento ed è la peggiore sul Pil degli ultimi 10 anni, pari al 52,3%.
I numeri greci e quelli italiani sono simili, qualche volta sono peggio loro, altre volte stiamo peggio noi. Se fallisce la Grecia, l’euro vacilla. Se fallisce l’Italia, l’euro sprofonda insieme a tutti i nostri creditori. Per ora il nostro immenso debito pubblico ci protegge.
Nel 2010 Tremorti deve collocare 450 miliardi di euro di titoli e pagare 70/80 miliardi di interessi (pari a 4/5 finanziarie) su quelli già emessi. I greci, a confronto, sono dei dilettanti.