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La Cina e il petrolio del Darfur – Massimo Alberizzi

beppegrillo.it - Agosto 23, 2011
La Cina e il petrolio del Darfur
(05:30)

In Libia sta finendo una battaglia per il petrolio. In Iraq si è conclusa qualche anno fa. In Sudan si sta combattendo ora, il mancato intervento della NATO o di forze consistenti dell’ ONU è dovuto all’ accordo petrolifero tra il governo sudanese e la Cina che ha impedito la destituzione e la cattura del presidente sudanese e a ogni intervento per porre fine alla guerra civile. La Cina può, quando vuole, mettere il veto all’ ONU.
E’ più facile bombardare la Libia di Gheddafi e invadere l’ Iraq di Saddam Hussein che confrontarsi con una grande potenza come la Cina.
Il petrolio sta finendo e chiunque lo possegga è di fatto diventato un obiettivo militare.

Intervista a Massimo Alberizzi, corrispondente dall’Africa per Il Corriere della Sera:

Massacro senza fine nel Darfur (espandi | comprimi)
Sono Massimo Alberizzi e lavoro a Il Corriere della Sera, lavoro dall’Africa, sono il corrispondente dall’Africa e dal Corno d’Africa. Perché in Sudan ci sono gli interessi stranieri è abbastanza semplice, perché è un paese dove c’è moltissimo petrolio. Il rapimento del cooperante di Emergency è avvenuto in Darfur dove il petrolio non c’è…però è una zona contesa tra i ribelli darfuriani che sono di origine africana con nomi africani anche se sono musulmani e invece gli arabi che controllano il governo di Khartoum e hanno fortissimi interessi in quelle zone perché è una zona per loro di conquista, anche se originariamente il problema era tra nomadi, quindi pastori, e contadini. Gli arabi sono nomadi pastori, i contadini sono di origine africana e siccome a causa della siccità i pastori hanno dovuto portare le loro greggi e loro mandrie nelle zone abitate dai contadini, questo è l’origine del conflitto. Poi però dietro un conflitto di questo genere non ci sono solamente liti tribali, ma interessi molto più grossi: il controllo del territorio da parte del governo sudanese e il Presidente del Sudan è sotto mandato di cattura della Corte del Tribunale internazionale per genocidio e crimini contro l’umanità commessi in Darfur.
Il problema è che gli interventi purtroppo non si possono programmare, per esempio in Somalia la famosa “Restore hope” è fallita miseramente e quindi bisogna concentrarli. Se un paese non ti vuole è molto difficile, ci sono lotte tra fazioni, lotte tra gruppi e entrare dentro queste cose è molto complicato, anche perché tu puoi mandare delle truppe africane ugandesi e burundesi, è piena la Somalia di truppe ugandesi e burundesi, ma in Burundi e in Uganda non c’è un’opinione pubblica, non ci sono i giornali che denunciano le morti dei loro soldati in Somalia. Diversa è la questione delle truppe occidentali, se arriva l’Italia e ammazzano dieci alpini o dieci parà il giorno dopo l’Italia si ritira perché l’opinione pubblica si schiera contro l’intervento, non è facile intervenire da quelle parti.
Allora questo è un altro problema perché si sta verificando la nascita di gruppi di mercenari. Sono le cosiddette compagnie di sicurezza che offrono di mandare miliziani armati, succede in Iraq come si è visto, non li chiamano mercenari, ma di fatto sono mercenari, sicurezza che lavora su interventi militari.

La Cina padrona del Sudan (espandi | comprimi)
La Cina appoggia il governo di Khartoum perché la Cina ha fortissimi interessi in Sudan, ha interessi petroliferi, le concessioni petrolifere sono date ai cinesi e quindi la Cina ha difficoltà a intervenire in Darfur. La Cina è presentissima in Sudan perché le concessioni petrolifere sono cinesi la maggior parte.La Cina fornisce armi al nord del Sudan, a Khartoum, ai governi, si oppone con il diritto di veto nel Consiglio di sicurezza quando ci sono le risoluzioni che riguardano il Sudan, a difesa del Sudan naturalmente usa il veto.
Però la Cina non è ben vista dalla popolazione perché la Cina, che pur lavora lì facendo anche opere pubbliche, porta tutto dalla Cina e quindi non ha un minimo impatto con la società. Per esempio il Sudan e Khartoum è zona “dry” e quindi non si può bere alcool tranne che nei ristoranti cinesi. Vedi i cinesi che bevono la birra o il vino e la cosa è più interessante è che una volta in un ristorante cinese ho chiesto la birra e immaginavo che l’avrebbero portata in una bottiglia di Coca Cola, in una bottiglia scura comunque e invece lì sul tavolo senza problemi insomma. Quindi godono di un’immunità molto forte. Il venerdì è il giorno di vacanza in Sudan e le strade di Khartoum sono completamente deserte tranne gruppi di cinesi ubriachi che scorazzano per la città. La Cina è presentissima ed è una sorta di nume da tutelare per il governo sudanese, i cinesi non si fanno scrupoli dei diritti umani.
Il problema vero è che quando ci sono questi rapimenti chiedono il silenzio stampa e non si sa bene a chi giova. I rapitori per esempio del signore di Emergency leggono il Corriere della sera per cui modificano i loro comportamenti a seconda di quello che scrivo? Assolutamente no. Il silenzio stampa serve solo a calmare l’opinione pubblica e a dire state tranquilli stiamo trattando la liberazione. Quello che veramente disturba un po’ è che organizzazioni come Emergency su questa cosa non fanno assolutamente chiarezza dicendo “Così difendiamo l’incolumità dei nostri cooperanti”. In realtà i banditi, i pirati o chi opera dei riscatti, sa perfettamente che i soldi vengono pagati e che quindi altre bande sono pronte ad agire perché sanno che i riscatti vengono pagati. Insomma, a chi non si vuol fare sapere? All’opinione pubblica italiana? Eh certo perché sennò si fa brutta figura. La realtà e che si pagano sempre i riscatti.

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