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L’uomo sta consumando la Terra. Quanto manca perché un qualsiasi Paese vada in default per fame? Perché si diffonda la bancarotta alimentare? Le decine di “Stati Falliti” dal punto di vista economico non sono nulla in confronto a quelli che falliranno per la mancanza di sostenibilità del loro territorio. Gli Stati morti di fame. Mathis Wackernagel ogni anno ci informa di quando cade l’ “Overshoot Day“, il giorno in cui sono state utilizzate tutte le risorse prodotte dalla Terra in un anno. Nel 2010 cade oggi, il 21 agosto, quattro mesi prima della fine dell’anno e un mese prima rispetto al 2009. Ci vorrebbe un pianeta e mezzo per coprire l’attuale fabbisogno pari al 150%.
Non abbiamo scelta: o emigriamo su Marte, come suggerisce Stephen Hawking, o usiamo le risorse in modo responsabile. Il cemento non si mangia e il CO2 non si respira.
Intervista a Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network.
“Sono Mathis Wackernagel del Global Footprint Network. Il 21 agosto raggiungeremo il giorno dell’Overshoot Day 2010, il giorno in cui le risorse utilizzate a partire dal primo gennaio 2010 saranno pari a ciò che la Terra è in grado di rigenerare in un anno intero. Calcoliamo integralmente gli indicatori dell’impronta ecologica ogni anno per tener conto dei nuovi dati e del miglioramento delle metodologie di calcolo. Il nostro metodo tenta di non sovrastimare il calcolo del giorno dell’overshoot. Ogniqualvolta non c’è certezza, sottostimiamo il sovraconsumo di risorse da parte dell’umanità.
Oggi c’è una maggiore consapevolezza del fatto che l’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera è dovuto all’aumento delle emissioni di CO2 da parte degli esseri umani, le riserve di pesca sono minacciate, le riserve di acqua potabile sono sempre più scarse in molti luoghi del mondo, abbiamo città più popolose, eccetera. Questi sono i sintomi ecologici. Tali sintomi si manifestano in economia in primo luogo nelle economie vulnerabili. Posti dove le risorse diventano davvero scarse vedono aumenti repentini del prezzo del cibo, come si è visto poco tempo fa, anche a causa dell’aumento del costo dell’energia. Le persone ai margini sono maggiormente colpite da questi fenomeni.
Haiti, per esempio, si trovava in una situazione molto debole fin da prima del terremoto. Poi è stata colpita da questa disastrosa calamità. È molto difficile per un Paese così uscire dalla condizione di scarsità di risorse e devastazione economica.
È però possibile affrontare questo problema. Tutto dipenderà dalle priorità e dal valore che assegneremo alle azioni sulle quali intendiamo investire. Se non si considera come massima priorità invertire il trend, sarà molto difficile per qualsiasi Paese migliorare la propria situazione.
Ciò che mi sorprende maggiormente è il fatto che i Paesi non hanno ancora preso consapevolezza di quanto tutto ciò li interessi. Se non si adattano oggi le economie dei Paesi alla scarsità di risorse che si prospetta all’orizzonte, i Paesi non saranno pronti.
Non c’è bisogno di un accordo internazionale per preparare il proprio Paese. Si potrebbe dire: “Aspetta il consenso globale e manda all’aria il tuo futuro!“. Se si guarda al trend di consumo di risorse del proprio Paese, ci si rende conto che obiettivi più stringenti per la riduzione del consumo rispondono agli interessi del Paese stesso meglio di quanto accordi come quello di Cancun o altri saranno mai in grado di fare”. Mathis Wackernagel