“Nella Grecia sotto commissariamento della Troika può accadere che una lavoratrice di una compagnia privata, con un lavoro di impiegata, debba denunciare alla sua associazione di categoria il fatto che il suo datore di lavoro le avrebbe chiesto di abortire quando ha saputo che era incinta. Nella sua denuncia all’Associazione locale ingegneri, la donna ha detto di aver ricevuto minacce dal suo capo dopo avergli detto che non lo avrebbe fatto e che la voleva fuori dalla compagnia. Dallo scorso giugno non riceve più lo stipendio. Lo riporta KTG. La donna di 33 anni, un ingegnere di professione, è stata assunta per un contratto full-time per 615 euro lordi come impiegata nello schema di introduzione al mondo del lavoro con fondi europei. Parlando al sito NewsIt.gr, un rappresentante dell’ispettorato del lavoro ha dichiarato che “se sarà accertato come vero, ovviamente si tratta di un caso incredibile ed illegale“. Newsit.gr ha contatto l’azienda a Creta, che , al contrario, come false ogni accusa e ha promesso di inviare i documenti che certificano come l’impiegata sia stata pagata in tempo. Si sa che, anche se formalmente garantiti per legge, i diritti del lavoro, come quelli che tutelano la maternità di una lavoratrice, non esistono più in Grecia da quando il Paese è sotto commissariamento della Troika, che i datori di lavoro si avvantaggiano dell’1,3 milioni di greci senza reddito e da quando il 27% della popolazione combatte ormai per la sopravvivenza alimentare. Quando Renzi e gli altri vi lodano il Jobs act come la panacea per il nostro paese, ricordate che esiste un paese in cui l’esperiento è già in corso da mesi. Quando si eliminano o si riducono le tutele del mondo del lavoro, il risultato è quello che stiamo assistendo ogni giorno in Grecia.” l’antidiplomatico
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