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Impiegati da una parte, operai dall’altra. Il referendum della Fiat è passato per pochi voti e ha spaccato in due i lavoratori. Ha creato un vuoto pericoloso che sarà in qualche modo riempito. I lavoratori che si sono opposti al piano (misterioso) di Marchionne sono senza rappresentanza politica, senza riferimenti. In questo sabato mattina Torino, con il suo cielo grigio e nuovi spartacus per le strade, persone che hanno messo in gioco la loro dignità e hanno perso, è un inizio di qualcosa che ci è ignoto.
Il Governo si è schierato con il mercato. Il grande infame mercato della globalizzazione dove c’è sempre uno schiavo più schiavo di te e il padrone, la multinazionale, le banche scelgono il più obbediente. L’opposizione, che si oppone sempre molto meno di Ruby, ha abbandonato i dipendenti Fiat. E’ come se i sovietici si fossero alleati con i tedeschi nella seconda guerra mondiale (e in effetti andò così per un paio d’anni). Fassino e Chiamparino sono stati i migliori sponsor di Marchionne, se fossero stati operai avrebbero votato sì. Le mani di Veltroni o di D’Alema non hanno calli, il loro stipendio di un mese è superiore alla paga di un anno di un turnista. Anche chi ha votato sì ha perso. Sa che lo Stato si schiererà con la prossima Fiat, la prossima Telecom, la prossima Finmeccanica, mai con lui. Per salvare il posto di lavoro si adeguerà ancora e ancora, fino a perdere ogni diritto. Il profitto non è mai sazio.
La Confindustria potrà ora permettersi di tutto. Sarà sufficiente attuare il “ricatto occupazionale” e i padri e le madri di famiglia cederanno. A casa ci sono i figli, l’affitto, la spesa, le bollette. Quanto può durare? Senza pace sociale, senza rappresentanti, viene a cadere qualunque regola. Se la legge della giungla vale per il padrone può valere anche per l’operaio. Il terrorismo, almeno al suo nascere, trovò consenso e collaborazione nelle fabbriche. Erano l’acqua in cui nuotava. Quando si asciugò, scomparvero. Passarono però dieci anni di sangue.
Il vuoto di Torino non rimarrà tale per lungo tempo. Un Governo (e un’opposizione) non può e non deve schierarsi con una parte sociale come hanno fatto le caricature che ci troviamo a Roma. Schierarsi vuol dire escludere. Il Parlamento dovrebbe rappresentare tutti gli italiani, in particolare le classi più deboli. La natura ha il terrore del vuoto. Io ho il terrore che questo vuoto, se non riempito, ci riporti indietro di quarant’anni. In quel caso non ci saranno né vinti, né vincitori.
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