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Questa mattina ero a Torino per un processo insieme a una ventina di NoTav. Sono un imputato “alla sbarra“come scrivono i giornali e i giornalai che vorrebbero vedermi al più presto “dietro le sbarre“. L’evento è stato persino trasmesso in diretta web. Non mi ricordo una simile attenzione neppure per i processi Bassolino e Dell’Utri.
L’accusa è di quelle toste, di aver violato i sigilli di una baita di legno costruita nell’area destinata ai lavori della Tav. Ammetto di essere entrato nella baita e di aver mangiato della polenta senza esigere alcuno scontrino. Ho perfino bevuto del vino sfuso. La grappa però no, quella l’ho rifiutata. Quando sono arrivato non c’era alcun sigillo, la porta era aperta. Lo conferma una notizia Ansa “CHIOMONTE (Torino), 5 Dic. – Beppe Grillo, leader del MoVimento 5 Stelle, è entrato oggi nella baita costruita dal movimento No Tav, violando i sigilli posti dalla magistratura. I sigilli, in realtà erano già stati portati via dal vento“. Si parla di tagli ai costi dello Stato, ma quanto costa un processo a venti persone per un sigillo violato? Era sufficiente un giudice di pace, mezz’ora di discussione e, in caso di reato accertato, una sanzione amministrativa, una multa. La Tav costa 22 miliardi per trasportare merci che sono in costante diminuzione da un decennio, finirà tra 15 anni. Un’opera che ingrasserà le cooperative rosse e bianche, le lobby e, attraverso di loro i partiti, con infiltrazioni future della ‘ndrangheta, che in Piemonte è al terzo posto per presenza dopo Calabria e Lombardia. Questo scempio e spreco colossale di denaro pubblico, mentre l’Italia rischia il default, grida vendetta al cospetto di Dio. Dov’è la Corte dei Conti? Perché nessuno indaga sulle vere ragioni della Tav? Sarà dura!