Un bambino cammina in un prato e trova un nuovo giocattolo, giallo brillante, con un piccolo paracadute. Un regalo del cielo. Un dono dei produttori di armi. Lo tocca e, se non muore, perde un braccio, una gamba, la vista. Il dono è una cluster bomblet o bomba a grappolo. Una singola bomblet contiene da 200 a 600 mini esplosivi che colpiscono unarea grande come un campo di calcio.
Le bomblet sono uneredità storica di Adolf Hitler, lui le chiamava romanticamente butterfly bomb, bombe farfalla, e le sganciava sulla Gran Bretagna. Sconfitto il nazismo, rimasero le bomblet. Gli Stati Uniti le usarono senza risparmio in Vietnam, la Russia li ha adottati in Afghanistan e in Cecenia. Secondo i gruppi umanitari Israele ha seminato in Libano quattro milioni di bomblet, 40% inesplose. Dopo lo sbarco in Normandia dei nostri soldati sulle spiagge del Libano, non ho più loro notizie. Forse stanno sminando. E il Pil bellezza, le bombe a grappolo si producono, si lanciano, si sminano. Il consorzio dei Paesi produttori ha di solito laccortezza di non lanciarle sul proprio territorio. In Iraq e in Kossovo per Human Rights Watch le bomblet hanno ucciso più civili di qualunque altra arma.
Secondo www.stopclustermunitions.org esistono tre tipi di Stati bomblet:
i produttori che sono tanti
i bombaroli che sono pochi
i bombardati che sono sempre gli stessi.
Noi però qualcosa possiamo fare. Chiedere al Governo italiano lapprovazione del disegno di legge 374/97 relativo alla messa al bando delle mine antipersona includendo le bombe a grappolo.
L’Italia pur avendo aderito alla Convenzione sulle armi inumane, non ha ancora ratificato il protocollo V sugli ordigni inesplosi in quanto la legge di ratifica è rimasta bloccata in attesa dei pareri del Ministero della Difesa e del Ministero delle Attività Produttive. Dei 100 stati che hanno ratificato la Convenzione, soltanto 23 hanno firmato il protocollo aggiuntivo. Da www.peacelink.org.
Firmate per la messa al bando delle cluster bomb. Ci vogliono solo 200.000 firme.