Molto prima che ci trovassimo ad affrontare le distanze fisiche imposte dalla pandemia, la solitudine è sempre stata identificata come una crescente minaccia per la salute pubblica nel mondo. Un sondaggio internazionale del 2018 condotto dalla Kaiser Family Foundation e The Economist, ha rilevato che più di un quinto degli adulti negli Stati Uniti (22%) e nel Regno Unito (23%), nonché un adulto su dieci (9%) in Giappone, afferma di sentirsi spesso o sempre solo, di sentire la mancanza di compagnia, di sentirsi escluso o isolato dagli altri.
Poter toccare i nostri cari quando siamo a migliaia di chilometri di distanza? Condividere oggetti con loro e sentirli fisicamente nonostante la distanza? Questa, che ora può sembrare fantascienza, non è poi così lontana dall’essere una realtà. Isaac Castro e il suo team hanno così fondato Emerge, quattro anni fa, e hanno ideato M1, un dispositivo che con buona probabilità arriverà sul mercato il prossimo anno.
Il tatto è il primo senso che sperimentiamo quando veniamo al mondo, il tatto è la nostra vera “prima lingua” e una componente fondamentale per sentirci meno distanti. Desideriamo ardentemente la capacità di toccare qualcuno, la capacità di tenere una mano, sentire un abbraccio e avere una connessione fisica, non importa dove ci troviamo. Ad Emerge si sono chiesti se la tecnologia potesse colmare questa lacuna e ci sono riusciti.
Il team dei ricercatori ha ideato un applicativo che si utilizza con i visori di realtà virtuale e che, generando un campo di forza ad ultrasuoni, consente agli utenti di toccare, interagire e condividere contenuti virtuali a mani nude.
Isaac anticipa che in una prima fase verranno utilizzati dei visori ma l’idea è che in futuro verranno proiettati ologrammi. “Immagina di poter avere una conversazione con qualcuno a cui tieni molto sotto forma di avatar, vedere quindi la persona di fronte a te. In quei secondi ti dimenticheresti un po’ che è così lontano da te”.
L’idea è che aiuti, ad esempio, a mitigare la solitudine in cui vivono alcune persone anziane o a “notare le onde del mare durante la meditazione” attraverso “la possibilità di interagire con un dinosauro se si studia il Triassico o sentendo la superficie della Luna…Se impari così, non lo dimenticherai mai”.
Il progetto è nato grazie ad un investimento di 18 milioni di dollari (16,6 milioni di euro), proveniente da gruppi di venture capital, tra cui Richard Branson e Arianna Huffington e Vulcan Capital, del co-fondatore di Microsoft Paul Allen.
Staremo a vedere, anzi… staremo a toccare 😉
A questo link un video di presentazione del device M1