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>>>Oggi, 22 febbraio, sono a Roma, piazza San Giovanni, ci troviamo in piazza alle 18, il mio intervento sarà intorno alle 21. Seguite la diretta su La Cosa! >>>
I partiti copiano in modo spudorato il MoVimento 5 Stelle. Sono persino imbarazzanti quando dicono che “vogliono uscire dal buio” (Gargamella 17 febbraio in piazza del Duomo) o proclamano che “nessuno resterà indietro” (pdmenoelle). Slogan presi pari pari dai manifesti del M5S. Oltre agli slogan copiano pure il programma, come lo psiconano che ha detto (tenetevi forte) che la politica si fa per passione e non per soldi, che i suoi parlamentari (suoi in quanto scelti da lui personalmente) si ridurranno lo stipendio e faranno solo due legislature.
I partiti “copia e incolla” non hanno però aderito al punto del M5S “Mandiamoli tutti a casa” perché è molto difficile prendersi a calci nel culo da soli. La parola “antipolitica” è stata cancellata, inglobata punto per punto dai partiti e quindi ora è diventata politica nobile, nella più alta accezione del termine. I marchettari alla riscossa usano parole per loro sconosciute come onestà, partecipazione, società civile. Le masticano in pubblico come una gomma americana, poi in privato le sputano. Quando si tratta di soldi però non transigono. Nessuno li rifiuta. I contributi elettorali li vogliono tutti, ma proprio tutti, il Pdl, il Pdmenoelle, Rigor Montis o Ingroia aspiratutto.
Sui soldi non ci copiano proprio. Di quanto si tratta? 91 milioni di euro annui per Camera, Senato, consigli regionali e Parlamento europeo, pari a 455 milioni se conteggiati nell’arco i cinque anni. Il M5S ha già rifiutato i rimborsi elettorali per le elezioni regionali in cui si è presentato (unico a farlo), l’ultima in Sicilia, e come più volte anticipato non richiederà né i rimborsi per le spese elettorali, né i contributi per l’attività politica. Le spese sono state integralmente sostenute con i contributi volontari raccolti ad oggi per circa 516.000 euro da parte di 12.593 donatori (grazie!) e una media di 41 euro, e verranno comunque rendicontate. Il M5S svolgerà ogni azione diretta ad assicurare che i contributi ad esso spettanti siano trattenuti all’erario.
Il M5S con le attuali previsioni avrebbe diritto a circa 100 milioni di euro per il Parlamento, vi rinuncia. Questa è vera “spending review“.
Il M5S rinuncia inoltre ai milioni di euro di contributi regionali per Lombardia, Lazio e Molise. Ambrosoli e Zingaretti hanno invece deciso di tenersi i contributi al contrario di Carcano, Barillari e Federico candidati portavoce del M5S in Lombardia, in Lazio e in Molise.
Partiti, copiate anche questo!