Pubblico il testo dell’intervento di Marco Travaglio:
Buongiorno a tutti. Questa è stata un’altra grande settimana per l’informazione italiana. Sono riusciti a raccontare che in Piazza Navona c’era poca gente, mentre Piazza Navona era piena l’8 luglio. Sono riusciti a raccontare che in Piazza Navona si è fatto un grosso favore a Berlusconi, poi Berlusconi ha smentito chiamando spazzatura chi ha manifestato contro di lui. Sono riusciti a raccontare che in Piazza Navona si è insultato e vilipeso il Capo dello Stato, il capo di uno Stato straniero cioè Papa Ratzinger, il povero Veltroni. Invece ci si è dimenticati di parlare dell’argomento che aveva dato il via alla manifestazione cioè le leggi canaglia e, in realtà come tutti sanno, si è parlato quasi esclusivamente di Berlusconi, del Caimano e delle sue leggi canaglia e se si è parlato di altri è perchè gli altri sono i suoi volontari o involontari alleati e aiutano meglio a spiegare la sua resistibile terza ascesa o meglio seconda resurrezione. Ci hanno raccontato che la gente scappava spaventata da Piazza Navona invece non se n’è andato nessuno. Che la gente non applaudiva, mentre in realtà applaudiva entusiasta. E alla fine ci hanno raccontato che per il cittadino italiano le priorità non sono queste, il cittadino italiano se ne infischia della giustizia, della legalità, della legge uguale per tutti. E’ indifferente al lodo Alfano sull’immunità delle quattro cariche dello Stato o meglio a seguire Berlusconi, che definisce le manifestazioni “spazzatura”, le alte discariche dello Stato. Poi, per fortuna, è uscito, molto nascosto sul Corriere della Sera, con un titoletto piccolo, un sondaggio di Renato Mannheimer che dimostra quanto segue: gli italiani, per il 29.4%, hanno condiviso la manifestazione. Badate che gli italiani rispondevano non su quello che è effettivamente accaduto perchè i telegiornali e i giornali non hanno raccontato quello che è effettivamente accaduto ma quello che volevano far credere che fosse accaduto. Bene, anche su quell’immagine completamente distorta di un’orgia di insulti, di attacchi, di violenze, di oltraggi alla democrazia e alle istituzioni, un terzo degli italiani si è detto favorevole. La cosa più stupefacente è che di questo terzo degli italiani che erano favorevoli alla manifestazione così com’è stata presentata ci sono un elettore del Partito Democratico su due – il 48% – e solo un terzo degli elettori del Partito Democratico ha seguito Veltroni nella sua dissociazione totale – tra l’altro non si capisce bene da cosa si dissocia perchè non si è mai associato, questi qua che prendono le distanze senza mai essere stati vicini fanno abbastanza ridere. Ma addirittura che quella piazza, quella manifestazione contro le leggi canaglia, contro l’immunità per le alte cariche, contro la legge bavaglio sulle intercettazioni e la libertà di stampa, contro il blocca processi, è piaciuta al 22% degli elettori leghisti – un elettore leghista su cinque – ed è piaciuta al 12% degli elettori del Popolo delle Libertà, cioè del partito di Berlusconi e di Fini. La piazza, a differenza dei leader del centrosinistra, è riuscita a parlare a una parte importante e a convincere una parte importante degli elettori del centrodestra. Questa è la realtà rispetto alle fantasie, agli incantesimi messi in moto dal sistema mediatico alla greppia dei partiti. Abbiamo, per fortuna, affermato che in questa democrazia malfamata, sempre più menomata, c’è qualcuno che vuole ancora esercitare fino in fondo non il suo diritto all’insulto – perchè nessun insulto è stato lanciato – ma il suo diritto alla critica anche forte come avviene nelle democrazie: più alta è la poltrona dove il politico si siede, più ampio è il diritto-dovere di critica che hanno i cittadini, gli intellettuali, gli scrittori, i comici, i falegnami, i salumieri o chiunque voglia esercitarlo. La libertà di parola non è stata conquistata al prezzo del sangue per applaudire il potere, perchè quel tipo di libertà di parola c’è anche nelle tirannidi. La libertà di parola è stata conquistata al prezzo del sangue per poter criticare il potere e la satira, con il suo linguaggio, può fare molto di più rispetto alla critica – magari spesso paludata – dei professori, degli intellettuali e dei giornalisti. La satira si è sempre potuta permettere ciò che gli altri non si potevano permettere, proprio perchè la satira è la satira. Come dice Daniele Luttazzi, la satira fa esattamente quel cazzo che le pare, l’unico limite è il codice penale. Insomma, abbiamo affermato il diritto di critica e lo abbiamo esercitato fino in fondo. E’ il contrario del diritto all’applauso ed è la ragione per cui le democrazie si distinguono dalle dittature, dove è possibile parlare per applaudire il potere ma non per criticarlo. Nelle democrazie si possono fare entrambe le cose senza, in teoria, subire conseguenze. Che cosa è accaduto? Questo sondaggio non ha suscitato nessun dibattito, è stato immediatamente accantonato perchè gli elettori, quando si dimostrano maturi, debbono essere criminalizzati, occultati, bisogna fare in modo che la gente non sappia di essere un popolo matura, quando si comporta in maniera matura. Quindi quando arrivano buone notizie dai sondaggi, per i cittadini, vengono nascoste. La teoria è sempre la stessa: i partiti hanno sempre ragione, la gente se segue i partiti bene se no ha torto, non capisce, va educata. Va educata al culto dell’impunità, della legge diseguale per tutti, delle violazioni della Costituzione. Va abituata, poco alla volta. Va tenuta in uno stato di torpore per evitare che si svegli, che capisca, che reagisca e anche che si incazzi visto quello che sta succedendo. Da questo punto di vista è spettacolare quello che accade a meno di una settimana dalla manifestazione, cioè che i partiti sono tornati a fare esattamente quello che facevano due-tre anni fa prima dell’uscita del libro “La Casta”, prima del V-Day, prima di tutta la polemica salita dal basso nei confronti di una classe dirigente ormai chiusa, autoreferenziale, che parla soltanto a se stessa e di se stessa…