Holmene sarà un centro super tecnologico al largo della costa di Hvidovre, a Copenaghen, in Danimarca.
Progettato per il governo danese, estenderà la grande area industriale su tre milioni di metri quadrati. Si prevede di creare 380 nuove imprese e 12.000 posti di lavoro nei settori biotecnologico, farmaceutico e nelle scienze della vita.
Holmene risponde a diverse esigenze: per una crescente domanda di siti per l’industria ad alta specializzazione, per la produzione di energia rinnovabile e come barriera contro le inondazion ha spiegato lo studio di Copenaghen Urban Power.
Le isole saranno costruite utilizzando 26 milioni di metri cubi di terreno in eccesso dalla costruzione della metropolitana della regione.
2,3 milioni di metri quadrati saranno dedicati alle aree industriali, e la terra rimanente sarà utilizzata per paesaggi naturali, aree sportive e per le attività ricreative, tra cui 11 km di piste ciclabili.
Urban Power ha anche incorporato una serie di barriere alluvionali attorno alle isole per combattere la minaccia dell’innalzamento del livello del mare e una serie di piccoli isolotti.
Lo studio di architettura spera che Holmene diventerà il “motore di crescita verde della Danimarca”.
Saranno utilizzate solo tecnologie green, tra cui cinque turbine eoliche da sei megawatt, per produrre ben il 10% di tutto il consumo totale di elettricità di Copenaghen, riducendo di conseguenza le emissioni di carbonio della regione di 70.000 tonnellate all’anno.
Ospiterà anche il più grande impianto per il trattamento delle acque reflue, e l’acqua utilizzata da circa 1,5 milioni di persone verrà trasformata in acqua pulita e biogas.
I lavori inizieranno nel 2022, e Urban Power spera che la prima isola di Holmene sia abitabile entro il 2028, con il completamento totale del progetto previsto nel 2040.
Ad oggi ci sono altre due proposte di paesaggi artificiali in Europa: un’isola artificiale nel Mare del Nord, progettata per la produzione di energia rinnovabile, e Sponge Mountain, un tumulo di terreno alto 90 metri che assorbirebbe l’anidride carbonica dall’aria di Torino.