Intorno al tavolo dell’Expo 2015 c’erano cinque piccoli indiani. La Regione Lombardia, la Camera di Commercio di Milano, il Comune di Milano, il Governo e gli investitori privati. Quattro giocavano e uno, Forminchioni, teneva il banco. Lo yatchman inconsapevole era l’unico ad aver già vinto senza giocare. Infatti in questa partita c’è anche un convitato di pietra, la Fondazione Fiera di Milano della Regione Lombardia. Una società con bilanci in rosso, ma con dei terreni a Rho, in un luogo circondato da circonvallazioni, dimenticato da Dio e con la silhouette dell’inceneritore in lontananza.
I terreni di Rho sono il vero tema dell’Expo 2015, il suo baricentro, la sua motivazione, la sua genesi. Grazie all’Expo i terreni diventano edificabili, la stima (paurosa) è di 750.000 metri quadri di nuove abitazioni. L’area è quindi venduta, la Fondazione Fiera incassa circa 80 milioni e il gruppo Cabassi 40.
Nel giugno del 2011 i milanesi, giustamente insospettiti e soffocati dallo smog, chiedono a larghissima maggioranza, in un referendum consultivo, che l’area di Rho sia destinata a parco. La politica lombarda tira dritto, “Tiremm innanz!“, senza tenerne alcun conto. I soldi però non ci sono per l’Expo dedicato a “Nutrire il pianeta“, ma soprattutto il sottobosco della politica e società immobiliari. Servono assolutamente 1,7 miliardi di euro. Non ce li ha nessuno. I lavori preventivati, tra cui l’estensione delle metropolitane, neppure iniziano. I privati che dovrebbero tassarsi per 260 milioni non si fanno più vedere. La Provincia tira i remi in barca. La Camera di Commercio che dovrebbe investire 200 milioni, frutto dei contributi delle aziende per avere in cambio servizi e non cemento, sembra traccheggiare. Il Governo sta a guardare, ben attento a non rimanere con il cerino in mano. Pisapia si dimette da commissario per l’Expo. Rimane Formigoni, l’unico indiano superstite che crede ancora in un miliardo di incassi da biglietti e merchandising per coprire i costi. Li vedo già, i milioni di persone, da tutto il mondo, prendere l’aereo per la Malpensa per arrivare a Rho. Da Pechino, da Dallas, da Buenos Aires, ad ammirare Forminchioni. Expo 2015 non si farà, Formigoni 2013 invece sì. Al forno con patate e un rametto di rosmarino. Chi mangerà il boccon del prete?
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