Il 10 ottobre attraverserò lo stretto di Messina a nuoto. Poi, giunto in Sicilia, correnti permettendo, inizierò il mio viaggio elettorale per tutta l’isola. In camper e di corsa. A presto il diario di viaggio sul blog con tutti i dettagli.
“In questo periodo ho lavorato pesantemente e mi ero imperdonabilmente distratta dalle vicende del Dolce Paese. Riaperto loblo, ritrovo ancora te, Beppe, nello splendore dei riflettori. Scusa, ma non eri un trascurabile, insignificante, nulla politico? E quandanche avessi avuto qualche vocina in capitolo, non dovevi per caso essere silenziato e relegato nel cosmico cantuccio del web, secondo ordini trasversalmente e uniformemente accettati?
Devo proprio essermi persa un passaggio. Non sarà mica per la doppia cifra nei sondaggi sulle intenzioni di voto che ho visto fiammeggiare in Tg e talk show? E proprio adesso che la tecno-management-safety car sta per rientrare e i concorrenti stanno per riscatenare linferno? Ma guarda un po’ … Bene. Spazio a caso tra fogli di giornale attorno alle uova e memorabili pagine di televisione. E ti vedo trattato da divo. Comè? A torso nudo potresti mietere il grano come Mussolini per ingraziarti i villani nellafa? Con baffetti neri potresti urlare stermini, in apoteosi hitleriana? Con baffi un po più grossi, di foggia staliniana e stalinistica, ti potresti cimentare nel tiranneggiare alcune russie e siberiare i dissidenti? Con lacqua alla gola ingoierai lo stretto di Scilla e Cariddi in un acquatico show alla Mao? Stai rifondando Luomo qualunque?
È vero, cè qualcosa che fai esattamente come Mussolini, come Stalin, come Mao, come Giannini ed è bere, dormire, mangiare e, orrore, fare la cacca.
Vorrei già richiudere loblo e impegnarmi a emulsionare una buona maionese con le uova fresche, quelle dei giornali precedentemente citati, appunto. Sarà meglio. Mi concedo solo un piccolo momento per unincazzatura. Che bassezza, la povertà di questa iconografia da strapazzo. Le similitudini per la tua antidemocraticità, per il tuo qualunquismo, per la tua voglia di reclamizzarti sono pezzi disordinati di ineleganza, al limite del ridicolo. O della querela. Ne vedremo delle belle, temo. Tu va, dritto come un fuso.
Corri Forrest, corri
” Mina