La visibilità è una droga, un virus che ti fonde il cervello e ti trasforma in un politico, in un maiale che ripete lo stesso “oink” sorridente alle telecamere, in una velina, in un qualunque cialtrone che venderebbe sua nonna a un mercante di organi usati per un’apparizione televisiva, un titolo di giornale, un’intervista. Pochi ragazzi vorrebbero diventare l’uomo invisibile, molti vorrebbero essere Corona. La visibilità ti rende pazzo, folle, è simile all’eroina, provoca dipendenza e credi veramente di essere IMPORTANTE per le quattro minchiate che dici (sempre le stesse), per una fotografia, per il tuo ultimo articolo in cui parli di un articolo scritto da un altro. La visibilità rende tutti novelli Napoleone con il cappello in testa e la mano sul petto. L’Italia è un manicomio a cielo aperto, un grande cortile mediatico dove, tra i platani, i napoleoni passeggiano impettiti e sospettosi uno dell’altro: “Avrà forse più popolarità di me?“. Chi non è mai stato esposto ai raggi gamma della visibilità può rimanere folgorato, un po’ come dopo la prima scopata, e non riprendersi più. Il suo ego cresce allora con il crescere della visibilità ed è spacciato. Può assurgere (virtualmente) al rango di grande statista, eccelso giornalista, opinion leader e di esserne convinto. Diventa altezzoso, distante, in altri termini, un perfetto minchione inconsapevole.
Il potere e la visibilità non sono compatibili. Non lo sono mai stati. Cuccia e Gelli hanno fatto quello che hanno voluto del nostro Paese in silenzio, indifferenti e lontani dalle luci della ribalta. Berlusconi l’uomo più visibile della Storia italiana è sempre dipeso da terzi, lui è il burattino e Dell’Utri il primo puparo. La visibilità è anche questo: la trasformazione di una persona normale in un fantoccio manovrato da altri che non sa di esserlo perché, se lo sapesse, cesserebbe di esistere. Il totem della visibilità è reso possibile da un popolo di guardoni. Senza di loro chi potrebbe ambire alla visibilità? Chi guarderebbe gli esibizionisti del nulla? I guardoni a loro volta vogliono un quarto d’ora di celebrità e la storia va avanti così all’infinito.
Cosa siamo? Un Paese di cartone che vive di visibilità con cui sostituisce e surroga la realtà che preferisce evitare? Un Grande Fratello Nazionale? In Italia per rendere schiavo qualcuno è sufficiente promettergli visibilità e togliergliela per trasformarlo nel tuo peggior nemico. “Chi d’altrui si veste presto si spoglia“, ma chi è vestito di niente come fa a spogliarsi?
Comments are closed.