di Valentina Petricciuolo – Si parla molto dell’opportunità o meno di elargire una somma di denaro sotto forma di reddito di base universale e permettere così a chiunque – a prescindere dalla sua condizione economica e sociale – di partire da un livello minimo di sicurezza finanziaria che gli garantisca la sussistenza.
Oggi, in Italia, grazie al reddito di cittadinanza appena varato dal Governo, siamo arrivati ad un grande risultato. Un passo avanti verso quell’obiettivo ambizioso e universale che, secondo il futurolgo e inventore Ray Kurzweil, sarà realtà già nel 2030 (è possibile ascoltare Kurzweil intervistato da Chris Anderson per Ted Interview QUI al minuto 8.00)
Si è parlato anche di una forma di capitale di base: una somma che potrebbe arrivare fino a 60mila dollari da dare a ciascun neonato. Somma che, una volta conseguita la maggiore età, lui o lei potrà decidere come impiegare.
Ma in Nigeria, qualche anno fa, è stato fatto un esperimento un po’ diverso, anche se sulla falsariga del “capitale di base”. Il governo in carica all’epoca – parliamo del 2011 – varò un programma di incentivo alla imprenditorialità dando una somma di denaro agli aspiranti imprenditori grazie ad una business plan competition.
L’idea era molto semplice, quasi lapalissiana: lanciare una gara di idee di impresa – una business plan competition, appunto – con un premio molto concreto, una somma di denaro corrisposta a fondo perduto per la creazione di una start-up.
Nell’arco di quattro anni, dal 2012 al 2015, sono stati finanziati oltre 3.000 giovani imprenditori di età inferiore ai 40 anni e create aziende manifatturiere (30%), agricole (15%) e imprese appartenenti al settore delle tecnologie dell’informazione.
Il programma è stato chiamato YouWin! e, come riportato dalla rivista economica online Priceonomics, si è trattato della più grande competizione al mondo di questo tipo. Nei quattro anni durante i quali YouWin! è stato portato avanti, sono stati assegnati 100 milioni di dollari in “premi”, pari ad una media di 50.000 dollari per ogni giovane imprenditore.
Secondo l’economista Chris Blattman dell’Università di Chicago, è stato anche il più efficace programma di sviluppo della storia.
Nel gennaio 2018, David McKenzie, economista della Banca Mondiale, ha pubblicato un rapporto proprio sul programma YouWin!
L’analisi d’impatto – come si dice in termini tecnici – condotta grazie ad indagini di follow-up fatte tre e sei anni dopo la conclusione del programma, e pubblicata sulla rivista scientifica American Economic Review, ha rilevato come i vincitori del “capitale di base” avessero creato imprese con oltre 10 dipendenti, e che queste ultime si erano dimostrate sia più innovative che redditizie delle imprese create da coloro che non erano stati selezionati. In altre parole, la somma a fondo perduto di 50.000 dollari avrebbe fatto un’enorme differenza, non solo per gli imprenditori, ma anche per le persone che erano state assunte da quelle stesse imprese.
Secondo le stime di McKenzie il programma YouWin! ha generato poco più di 7.000 nuovi posti di lavoro, costando al governo circa 8.500 dollari per posto di lavoro. Si tratta di un risultato estremamente positivo e di un ottimo ritorno sull’investimento rispetto ad altri programmi simili che, in genere, costano tra gli 11.000 e gli 80.000 dollari per posto di lavoro. Programmi che costano di più perché prevedono spese aggiuntive relative alla formazione aziendale, sussidi salariali e altre sovvenzioni minori.
Ma poi le cose sono cambiate. E anche in Nigeria la politica ha avuto la meglio sul buon senso. Nel 2015, il cambio di governo ha fatto sì che la nuova presidentessa, Muhammadu Buhari, non potendo vantare alcun merito relativamente al programma YouWin!, semplicemente lo cambiasse in un classico programma di formazione per aspiranti imprenditori come ce ne sono tanti.
Ma i risultati del programma YouWin! non sono passati inosservati. Molti economisti dello sviluppo e altri leader africani che affrontano i problemi della disoccupazione giovanile se ne sono occupati e un altro studio più piccolo condotto su una business plan competition svoltasi in Etiopia, Tanzania e Zambia, ha avuto anche risultati promettenti.
Da allora, diversi paesi in tutto il continente hanno organizzato o stanno organizzando concorsi per imprenditori. La più grande di queste competizioni è prevista per quest’anno in Kenya. Oltre 20 milioni di dollari saranno erogati agli imprenditori kenioti. Il programma sarà principalmente finanziato dalla Banca Mondiale.
Il concorso del Kenya somiglia molto a YouWin! ma in questo caso verranno selezionati a caso 250 candidati dopo uno screening minimo e nessun supporto aggiuntivo. (Nella competizione nigeriana, invece, una volta che i candidati superata la prima fase di selezione, ottenevano altri tipi di assistenza e consulenza per lo sviluppo dei loro piani aziendali).
Se questi candidati in Kenya avranno successo, dimostreranno che le business plan competition potrebbero funzionare anche con pochi costi amministrativi e burocratici. La competizione keniota verificherà anche l’impatto di sovvenzioni di 9.000 e 36.000 dollari. Se queste dovessero funzionare altrettanto bene di quelle più consistenti, ciò potrebbe rendere il programma ancora meno costoso.
L’idea di dare denaro ai poveri, senza vincoli, è diventata sempre più popolare negli ultimi decenni. Piuttosto che offrire istruzione, formazione professionale o cibo, è stato dimostrato che semplicemente dare delle somme di denaro alle persone e lasciarle libere di decidere cosa farne, è di solito una strategia di riduzione della povertà più incisiva. Gli esperimenti condotti sul campo dimostrano che le persone alla fin fine sono più attente al denaro di quanto si possa immaginare, e anzi lo usano quasi interamente per comprare cibo, per la salute e l’istruzione.
Se da un lato dare del denaro non è una panacea per tutti i problemi del mondo, almeno può dare una spinta ad agire.
E, in particolare, dare del denaro agli aspiranti imprenditori che hanno idee per creare o espandere un business ma non hanno accesso ai finanziamenti, è certamente una mossa vincente. Così si creano posti di lavoro “veri” e si spendono meno risorse per l’assistenzialismo. Questa è stata la grande idea alla base di YouWin!.
L’aspetto più interessante di questi programmi è che dimostrano come ci siano molte buone idee là fuori che non vengono finanziate. In teoria le persone con buone idee dovrebbero essere in grado di ottenere i soldi per realizzarle. Banche e investitori esistono per questo.
Ma mentre nei paesi del mondo occidentale il sistema finanziario generalmente funziona bene per incanalare risorse a persone con piani aziendali solidi, in molti paesi africani non è così. La business plan competition risolve questo problema facendo emergere migliaia di idee di business che gli esperti possono valutare.
Alcuni politici e funzionari pubblici sostengono che erogare risorse a fondo perduto, piuttosto che sotto forma di prestiti, potrebbe indurre chi li riceve a sottrarre fondi o a spendere i soldi in maniera sconsiderata. Ma raramente questo avviene.
Gli studi condotti, infatti, dimostrano come, per la maggior parte dei casi, le persone, compresi i poveri, non sprecano il loro denaro. Hanno speranze e sogni, che si tratti di avviare un’impresa o di aiutare i loro figli a ricevere una buona istruzione.
Il lavoro non cade dal cielo, né è possibile fare affidamento sulle dinamiche di creazione di posti grazie a fantomatici investimenti pubblici che, troppo spesso, finiscono in un “nulla di fatto” (per non dire di peggio). E’ necessario percorrere strade nuove, stimolare l’imprenditorialità – anche a livello micro – perché sarebbero tantissimi quelli che, con un “tetto e un piatto in tavola assicurati”, potrebbero lanciarsi in nuove sfide e perseguire obiettivi prima inimmaginabili. Senza pensare più al “posto fisso”.
L’Italia non è né la Nigeria né è paragonabile al Kenya. Ma i problemi ci sono, soprattutto al sud. Un sud afflitto da una disoccupazione giovanile che ha raggiunto livelli altissimi e che, perché no, potrebbe essere affrontata anche con una “gara per aspiranti imprenditori” come stanno facendo in Africa. Una somma di denaro data “a fondo perduto”, con vincoli minimi di adempimenti burocratici, con procedure snelle di selezione, potrebbe aprire i “cancelli del cielo” a tanti giovani che, oggi più che mai, scappano o sono costretti ad accettare lavori umilianti e inconcludenti.