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Chi non ha paura di morire muore una volta sola. Chi invece ha paura di vivere è morto in partenza. E allora perché avere paura? Cos’è la paura? Un intenso turbamento? Preoccupazione per il futuro?Inquietudine per un pericolo? Timore che i dossier Telecom/Sismi sullo spionaggio riguardino politici eccellenti dell’opposizione? Terrore che l’agenda rossa di Borsellino emerga dal passato e inchiodi i padri della seconda repubblica? La paura è un investimento. Nulla rende più della paura. E’ il miglior titolo di Borsa.
La paura è un paradosso. I mafiosi dovrebbero avere paura dello Stato, ma sono i giudici a essere sotto scorta. I politici predicano sicurezza per i cittadini, ma sono loro a girare con le guardie del corpo. In Italia abbiamo novanta testate nucleari americane a Ghedi Torre e ad Aviano, ma nessuno si preoccupa. La paura è un business elettorale, chi impaurisce la popolazione e diventa difensore della massa degli impauriti vince le elezioni. “Sono il lupo cattivo” diceva Jack Nicholson con un’ascia in mano in “Shining“. In una classifica nazionale dei fobici, i politici italiani sono, senza alcuna discussione, al primo posto. Chi ha più paura di loro? Chi ha veramente paura della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta che non possono essere prese per il culo come gli elettori. Per ogni paura c’è il lodo su misura, prima il Lodo Alfano e poi il Lodo Graviano di inizio anno. Il terrorismo islamico se volesse farebbe saltare San Pietro e la Torre di Pisa. Con la paura del feroce Saladino ci hanno fracassato le palle per 10 anni, introdotto leggi sulla sicurezza con l’unico obiettivo di controllarci meglio. Eppure, in un decennio, dalle Due Torri, il terrorismo islamico in Italia non ha fatto una sola vittima. Non è stata Al Qaeda a uccidere a Messina, all’Aquila, a Viareggio, ma l’Antistato. Un islamico, Abu Omar, è invece stato rapito in questo Paese, grazie all’Antistato, e consegnato all’Egitto perché fosse torturato con comodo.
Quando la paura diminuisce (può succedere) allora arrivano le bombe o le bombette, come quella all’università Bocconi a dicembre. I bombaroli e i servizi segreti hanno creato per un ventennio quel giusto clima di paura per il Potere. Senza quella paura non avremmo avuto Craxi, Andreotti, Cossiga e forse, chissà, CIA permettendo, Berlinguer sarebbe diventato presidente del Consiglio.
Nel 2010 ci sarà la paura della Rete, dei blog, di Facebook. Ci spaventeranno i temibili guerriglieri afgani e iraqeni. Tremeremo come foglie per il clima d’odio causato da terroristi mediatici, ma anche per l’influenza cavallina (quella aviaria e suina se le sono già giocate). Ogni paura ha il suo Cavaliere Bianco, noi abbiamo avuto solo un Cavaliere Sporco che più Sporco non si può. La conoscenza è il miglior antidoto alla paura. Ognuno conta uno e ognuno può informare molti. “Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.