Gli scienziati dell’UT Southwestern’s O’Donnell Brain Institute, in Texas, hanno scoperto il “Big Bang” della malattia di Alzheimer, il punto preciso in cui una proteina sana diventa tossica, ma non ha ancora formato grovigli nocivi nel cervello.
Lo studio fornisce una nuova visione della natura degenerativa della molecola Tau, tipica dei malati di Alzheimer, poco prima che inizi ad attaccarsi a se stessa per formare aggregati più grandi. La rivelazione offre una nuova strategia per sviluppare trattamenti che possano stabilizzare le proteine tau prima che si trasformino.
“Pensiamo che questo sia il Big Bang della patologia Tau. Si tratta di un possibile processo di guarigione della malattia. Questa è forse la più grande scoperta che abbiamo fatto finora, anche se probabilmente ci vorrà del tempo prima che i benefici si concretizzino. ” afferma il Dr. Mark Diamond, Direttore del Centro per l’Alzheimer e le Malattie Neurodegenerative dell’UT Southwestern.
Lo studio pubblicato su eLife contraddice la precedente convinzione che una proteina isolata tau è dannosa solo dopo che comincia ad assemblarsi con altre proteine tau per formare i grovigli distinti visti nel cervello dei pazienti affetti da Alzheimer.
Nonostante i miliardi di dollari spesi per gli studi clinici nel corso dei decenni, il morbo di Alzheimer rimane una delle malattie più devastanti e sconcertanti al mondo. Ogni 3 secondi è diagnosticato un caso di demenza nel Mondo. Oltre la metà sono di Alzheimer. Ad oggi coi sono circa 26 mln di malati. In tutto sono 46,8 milioni le persone affette da una forma di demenza. Il costo globale è destinato a raggiungere i 1000 miliardi di dollari nel 2018. In Italia ci sono 1.241.000 persone con demenza. L’Alzheimer rappresenta circa il 50-60% delle demenze complessive.
Il Dr. Diamond è fiducioso: l’identificazione della genesi della malattia fornisce agli scienziati un obiettivo vitale nella diagnosi della condizione nella sua fase più precoce, prima che i sintomi di perdita di memoria e declino cognitivo siano evidenti.
I prossimi passi del suo team sono lo sviluppo di un semplice test clinico che esamini il sangue o il liquido spinale di un paziente per rilevare i primi segni biologici della proteina tau anormale.
Il Dr. Diamond cita poi il farmaco tafamid per il trattamento delle patologie cardiache, che blocca la proteina transtiretina, che cambia forma e provoca la formazione di ammassi mortali nel cuore. L’analogia con la proteina tau è ovvia, quindi i ricercatori sperano di creare un farmaco simile per salvare il cervello.
Se funziona, l’incidenza della malattia di Alzheimer potrebbe essere significativamente ridotta. Straordinario.