di Andrew Dent – Parliamo di parsimonia. La parsimonia è un concetto dove si riduce, riusa e ricicla, ma che economicamente potrebbe avere un potenziale di cambiamento: usare il necessario, non si compra niente e si risparmiano soldi.
Anche i bambini sanno cos’è. Quando volete gettare una scatola, il bambino medio dirà:“No! La voglio usare per la testa del robot o come canoa per remare in un fiume”. Capiscono il valore della seconda vita di un prodotto. Credo che la parsimonia sia un elemento di contrasto perfetto nell’era in cui viviamo. Tutti i prodotti attuali sono rimpiazzabili. Quando prendiamo quel nuovo gioco, è perché abbiamo buttato quello vecchio. Certo, l’idea è buona in quel momento, ma la sfida è che continuando, causiamo un problema.
Il problema è che non c’è altro modo, quando si getta via qualcosa di solito finisce nella discarica. Una discarica è qualcosa che non andrà più via, anzi aumenta. Al momento abbiamo circa 1,3 miliardi di tonnellate di materiale ogni anno che finisce nelle discariche. Entro il 2100 saranno circa 4, i miliardi di tonnellate. L’idea è di cambiare il modo in cui pensiamo ai rifiuti, così che rifiuto sia una bella parola. Anzi, togliamo la parola “rifiuto”. Tutto ciò che guardiamo sono risorse. Le risorse di un prodotto possono andare in un altro prodotto.
Da scienziato di materiali, ho seguito, negli ultimi due decenni, come le aziende applichino la parsimonia, come siano capaci di capire il concetto e trarne profitto. Vi farò due esempi. Il primo, positivo, il secondo, non tanto.
Il primo è l’industria automobilistica, non sempre conosciuta come la più innovativa e più creativa. E invece, sono molto bravi a riciclare i prodotti. Il 95% di ogni auto in circolazione viene riciclata. E circa il 75% dell’intera auto viene riutilizzata. Ovviamente questo include acciaio e alluminio ma anche la plastica del paraurti e degli interni, il vetro dei finestrini e del parabrezza e le gomme. C’è un’industria matura e di successo che si occupa di queste vecchie auto e praticamente le ricicla e le rimette in circolazione, come nuove auto o nuovi prodotti. E anche se andiamo verso le macchine elettriche, ci sono compagnie che affermano di poter riciclare fino al 90% degli 11 milioni di tonnellate di batterie che useremo nel 2020. Non credo che sia perfetto, ma è positivo, e sta migliorando.
L’industria che non sta andando bene è quella dell’architettura. Una delle sfide con l’architettura mostra ancora che, quando costruiamo, non pensiamo a demolire. Non smantelliamo, non disassembliamo, ma demoliamo. Questa è una sfida, perché circa un terzo dei rifiuti prodotti negli USA è dell’architettura. Dobbiamo pensare in maniera diversa. Ci sono programmi che possono ridurre alcuni di questi materiali.
Ecco un bell’esempio: esistono mattoni creati da scarichi di demolizione, inclusi vetro, macerie e calcestruzzo. Si mettono in un macinino tutte insieme, si riscaldano e si fanno mattoni con cui poter costruire altri edifici. Ma è solo una frazione del necessario. La mia speranza è che con molti dati e con il geotagging, si possa cambiare, ed essere più parsimoniosi nell’edilizia. Se c’è un edificio che è stato demolito, ci sono materiali che possono essere usati nel nuovo edificio?
Adesso pensiamo ad altre industrie. Cosa fanno le altre industrie per essere parsimoniose? È dimostrato che molte industrie stanno pensando ai propri sprechi e a come possano ovviarne. Un semplice esempio è lo spreco che rigettano durante il processo industriale. Molte fonderie emettono gran quantità di CO2. D’altro canto, c’è una compagnia di nome Land Detector che lavora in Cina e in Sud Africa che è in grado di prendere questo gas , circa 700.000 tonnellate per fonderia, e mutarlo in circa 400.000 tonnellate di etanolo, l’equivalente dell’energia da fornire a 250.000 automobili, per un anno. È un ottimo riutilizzo.
E poi dobbiamo guardare alla natura, poichè la natura è efficiente nella parsimonia. Basta pensarci: la natura ha zero sprechi. Tutto è utilizzabile in un’altra modalità. In questo caso, le nano cellulose uno dei blocchi costituenti della cellulosa, una delle sostanze che rende gli alberi forti, si può isolare e funziona come la fibra di carbonio. Si prende da un albero, si forma in fibre, e quelle fibre possono rafforzare gli oggetti come aeroplani, edifici, macchine. Il vantaggio nell’uso non è solo che è biologico, viene da una risorsa rinnovabile, ma è anche trasparente, quindi può essere usato in elettrodomestici e buste alimentari. Non male per qualcosa che proviene dal giardino.
Vorrei lasciarvi con questo ultimo esempio: la bottiglia di acqua. Ne abbiamo troppe, si trovano ovunque e sono un problema per l’oceano. Cosa facciamo con queste? Questo procedimento non solo è in grado di riciclarle, ma di riciclarle all’infinito. Perché è interessante? Perché quando pensiamo a riusare e riciclare, metalli, vetro e cose del genere, possono essere riciclati all’infinito. C’è metallo nella macchina che può provenire da un’auto del 1950, perché può essere riciclato all’infinito senza perdere nulla. La plastica può essere riciclata una o due volte, che sia una bottiglia, una sedia , che sia in un tappeto, dopo due volte di riciclo, in qualunque oggetto venga messa, tende a perdere forza e diventa inutile. Tuttavia, usando alcuni enzimi possiamo riciclarla all’infinito. Prendo una bottiglia o una sedia o un altro prodotto di plastica, ci metto degli enzimi che lo scompongono, e lo riportano alle molecole originali. E da quelle molecole, si può creare un’altra sedia o un tappeto o una bottiglia. Quindi, il ciclo è infinito. Il vantaggio di questi è che non si ha perdita nel potenziale del materiale.
Se create qualcosa, se doveste progettare, se stesse rinnovando la vostra casa , qualsiasi cosa voi facciate, pensate a come quel prodotto possa essere riutilizzato in una seconda, terza o quarta vita. Progettare per riutilizzarlo. Questa per me è la vera parsimonia.
Translated by Vanessa Summa
Reviewed by Tancredi Busatta