E’ morta in via Marina, a Milano, durante una notte più fredda delle altre. Assiderata tra la Galleria d’Arte Moderna e il Museo di Scienze Naturali. Quando arriva il gelo di solito porta con sé, in cielo, anche le stelle. Si chiamava Ulyana, era una donna ucraina di 48 anni. Ha mangiato qualcosa alla mensa dei poveri e poi si è addormentata per sempre in una panchina, a 100 metri dal quadrilatero della moda. Vicino a via Della Spiga e da via Montenapoleone addobbate con le luminarie di Natale. Morire di freddo a Milano è roba da barboni come cantava Jannacci. Gente invisibile che si potrebbe salvare con un cappotto, una sciarpa, un paio di guanti. Lasciando aperte le stazioni e le metropolitane nelle notti di ghiaccio. Contro le morti dei poveri, i milanesi possono regalare sacchi a pelo, coperte pesanti o piumoni; cappotti, giacconi o giacche a vento pesanti ai City Angels in via Teodosio 85, Milano. Morire di freddo tra i pacchi regalo è inconcepibile.
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